Sul ritorno a scuola si dice di tutto e il contrario di tutto. Anche sui pericoli in chiave Covid che comporta il riportare sui banchi, per svariate ore al giorno, oltre otto milioni di alunni. Secondo diversi autorevoli virologi ed esperti si tratta di un rischio piuttosto alto, nel senso che l’aumento dei contagi da Coronavirus sarebbe praticamente scontato. Non tutti gli epidemiologi, però, la pensano allo stesso modo.
Pregliasco: col ritorno sui banchi contagi in crescita
Non ha dubbi, ad esempio, Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano: intervistato da “Rotocalco 264”, su Cusano Italia Tv, ha detto che “la situazione dell’epidemia è in crescita” e quindi “la riapertura delle scuole porterà un ulteriore stress e temo che il valore giornaliero dei contagi continuerà ancora a crescere almeno fino alla fine di gennaio”.
Pregliasco sostiene che bisognerà tenere duro alcuni mesi, perché “gli sbalzi termici, le temperature basse, i baci e abbracci del periodo delle festività, facilitano tutti i virus respiratori e l’influenza, ora anche il Covid”.
Poi, per il virologo si comincerà a vivere più normalmente: “è chiaro che con la variante Omicron arriveremo a una situazione in cui a primavera una grande quantità di persone avrà avuto il virus, è stata vaccinata, quindi la quota di soggetti suscettibili che rimarranno sarà bassa, sarà un qualcosa di vicino all’immunità di gregge”.
Ricciardi: le scuole chiuderanno de facto
Anche secondo Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma, non solo con le misure adottate “non si fermerà la pandemia” e soprattutto “le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza
Di tutt’altro avviso si dicono i virologi del Comitato tecnico scientifico, che ha un peso altissimo nelle scelte del Governo.
Greco (Cts): boom positivi mentre tutti in vacanza
Donato Greco, infettivologo e epidemiologo, membro del Comitato tecnico scientifico, ha detto a La Repubblica che il Cts si era espresso sulla scuola “altre volte in passato, sottolineando che non è la scuola a trainare il contagio” e anche oggi “forse ridiremmo la stessa cosa. Il Cts ha sposato la linea del governo: fare tutto il possibile per tenere aperte le scuole”.
Secondo il dottor Greco, “tutti gli anni, da decenni, le vacanze natalizie facevano precipitare la curva di incidenza dell’influenza; quest’anno le scuole sono state chiuse il 22 dicembre e quella tendenza non si è vista con il Covid, che al contrario è esploso”.
Ne consegue, sostiene il virologo, che “la sospensione scolastica quindi è stata ininfluente. Allora perché privare bambini della scuola?”.
La frenesia degli screening scolastici
Non esclude, quindi, che potranno riscontrarsi più contagi “ma in parte saranno dovuti a questa frenesia degli screening scolastici, quelli fatti con il salivare, scientificamente insulsa”.
A dire il vero, però, non risulta che le scuole abbiamo intrapreso questa strada: nella maggioranza dei casi, gli istituti sino alla pausa natalizia spesso non hanno potuto contare sul supporto delle Asl e sono stati costretti a praticare la DaD.
Greco ha quindi assolto le Asl: se non riescono più a fare il tracciamento “con questi numeri non è pensabile. Bisogna puntare alla sorveglianza dei sintomatici, che trasmettono molto di più degli asintomatici”.
Infine, Greco ha tenuto a dire che “nel Cts “c’è sempre il dibattito”, ma “su 59 riunioni, noi 10 membri alla fine abbiamo sempre raggiunto l’unanimità. Non è poco”, ha concluso ribadendo sostanzialmente che i virologi del Comitato tecnico scientifico non temono l’esplosione dei casi di positività a seguito del ritorno in classe.