Il rugby come metafora per veicolare messaggi contro il bullismo: l’idea è del regista Matteo Chiarello, che ha preso spunto dai bambini più piccoli che giocano a rugby e realizzato un video in cui il mondo della palla ovale diventa un esempio contro ogni forma di prevaricazione.
La storia di mio figlio
“Ho un figlio di otto anni che gioca a rugby da quando ne ha quattro. Quando provo a pubblicizzare il rugby con qualche genitore, spesso sento dire che si tratta di uno sport violento. È una enorme stupidaggine, perché questo sport è l’emblema contro la prevaricazione”, ha detto il regista spiegano i perchè di questo video.
In effetti, il rugby è uno sport che ormai da tempo è riuscito a scrollarsi di dosso il vecchio stampo di “sport violento”, dove le regole e il rispetto dell’avversario ne fanno invece tra le caratteristiche più importanti.
I progetti
In diverse Regioni sono stati sviluppati progetti per portare la palla ovale nelle scuole.
Uno di questi è “Progetto Rugby a scuola”, nato a seguito dell’accordo fra il Coordinamento Regionale per le attività motorie e sportive ed il Comitato Regionale della Federazione Italiana Rugby della Lombardia, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Lecco. Si tratta di un corso di formazione rivolto ai docenti di Educazione Fisica e Sportiva ed ai docenti di sostegno in possesso del diploma ISEF o Laurea in Scienze Motorie.
Girando per l’Italia, c’è poi il progetto delle Fiamme Oro con l’Amatori Napoli Rugby che ha messo a disposizione il suo campo sportivo ai Camaldoli per avvicinare i più piccoli al gioco del Rugby.
L’incontro tra la Scuola e il Rugby va ricercato e favorito, dunque, con la piena consapevolezza che queste due “entità” possono essere utili una all’altra e la collaborazione dell’allenatore con la scuola e i docenti deve essere finalizzata al raggiungimento degli obiettivi della scuola stessa.
Con tali obiettivi la Federazione Italiana Rugby (FIR) organizza attraverso le strutture territoriali momenti formativi e di confronto tra tecnici che da anni svolgono un prezioso lavoro di diffusione di questo sport e i laureati e laureandi in scienze motorie.
L’apporto educativo
L’intervento dell’allenatore di Rugby prevede da una parte un’attività di sensibilizzazione al gioco che si svolge in orario scolastico: in questo modo, i ragazzi sperimentano in maniera progressiva le componenti fondamentali del gioco e successivamente la costituzione di squadre che si allenano e giocano a scuola.
Come si legge dal sito internet della FIR, gli altri obiettivi del progetto sono quelli di avvicinare al gioco di Rugby il maggior numero possibile di bambini e bambine, ragazzi e ragazze e, per mezzo dell’attività svolta a scuola, entrare in contatto con le famiglie, così come quello di fidelizzare i partecipanti dando continuità alla proposta, mediante le opportunità messe a disposizione nei Campionati Studenteschi e degli Enti Scolastici.
Sono due le modalità per le scuole di aderire: come Ente Scolastico RICONOSCIUTO per le Scuole che intendono iniziare o continuare a svolgere l’attività di Rugby senza costituirsi come società sportive, aderendo così al progetto Scuola FIR. , oppure come Ente Scolastico AFFILIATO. Le Associazioni rappresentanti le Scuole di appartenenza i cui tesserati giocatori/giocatrici sono atleti del Centro Sportivo Scolastico della Scuola stessa e che si costituiscono come Associazioni Sportive Dilettantistiche.