La scuola non si troverebbe nelle secche se i ministri che hanno gestito il ministero dell’istruzione avessero valorizzato i principi della loro professionalità.
Proiettiamo tale assunto nel presente: il prof. Giuseppe Valditara, attuale ministro dell’istruzione e del merito, è docente universitario di diritto romano. Uno dei fondamenti della relativa dottrina ha natura linguistica: la chiarezza e la precisione terminologica sono essenziali perché, anche una piccola sfumatura, produce ambiguità.
Sarebbe pertanto auspicabile che l’operatività ministeriale muovesse verso l’ufficiale definizione di alcuni termini ricorrenti a scuola, la cui univocità e condivisone è limitata.
Ecco come sarebbe un esito del processo definitorio se a suo fondamento fosse posto il mandato che il parlamento ha conferito al governo nel 2003, titolandolo: “La definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni”. Esso contiene quanto necessario per chiarire il significato di “Competenza”, la finalità del sistema scolastico. Può essere opportuno ricordare che la sua esatta enunciazione è la condizione necessaria per il governo della scuola.
I tratti caratteristici della norma sono:
1) Lo sviluppo delle competenze è la sostanza dell’apprendimento;
2) Una competenza è il comportamento che manifesta chi affronta con successo un’attività;
3) Le competenze possono essere generali e specifiche. Sono generali se attengono al sistema scuola; sono specifiche se si riferiscono a compiti più minuti;
4) Le competenze generali sono gerarchicamente sovraordinate a quelle specifiche;
5) Nelle competenze generali riverberano le capacità; in quelle specifiche le abilità;
6) Conoscenze e abilità sono da utilizzare strumentalmente per promuovere le competenze generali.
Può essere opportuno ricordare il repertorio di competenze generali che il ministero ha diffuso nel 2010, cui tutti gli insegnamenti devono tendere. Se ne trascrivono alcune:
a) Sostenere una propria tesi e saper ascoltare e valutare criticamente le argomentazioni altrui [capacità sottese: analizzare, comprendere, interpretare, valutare];
b) Utilizzare criticamente gli strumenti informatici nelle attività di studio e di approfondimento [capacità sottese: modellare, progettare, ristrutturare];
c) Ragionare con rigore logico e identificare problemi, individuando possibili soluzioni [capacità sottese: analizzare, argomentare, decidere/scegliere, progettare].
Considerazione finale: la confusione generata dall’ambiguità terminologica è tra le principali cause delle carenze rilevate dalle indagini sull’attività delle scuole.
Enrico Maranzana
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