L’unione che i docenti cercano poggia su basi di sabbia. E nella sabbia vi sguazzano bene gli struzzi. Affondano la testa e si nascondono. Noi abbiamo un becco affilato ma la testa nascosta..eppure vediamo. Vediamo, osserviamo, guardiamo ma non ci.destiamo dal torpore del ” non si può parlare” dalla vergogna del “guai a mettere a nudo i difetti del metodo oggettivamente sbagliato di quel collega” dall’omertà del ” si ti stimo è tutto perfetto collega”.
Ma cosa è tutto apposto? La competizione fine a se stessa? La differenza tra docenti delle diverse fasce? Gli atteggiamenti stereotipati? Il diverso trattamento tra insegnanti di due Italie? Dobbiamo prendere coscienza della vita reale e tramutarla in audacia.
Siamo o no in grado di iniziare a chiamare le cose col proprio nome? Possiamo creare l’unione se ci scontriamo con necessaria maturità e trasparenza e se abbiamo il coraggio di affrontare i problemi veri (non se concedere l’uso dello sbianchetto sui quaderni tanto per intenderci). Nom esistono categorie di intoccabili neanche noi che della valutazione ne facciamo uno strumento quotidiano. Impariamo a valutarci tra noi e ad accettare critiche e consigli poiché io in un fragore di richieste, di finte pretese ai sindacati , ai dirigenti, al governo, in un assordante rumore di larghe offese gridate sui social ODO soltanto il silenzio dei docenti.
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