Il sindaco di Caivano vuole le scuole sempre aperte
Il sindaco di Caivano, in provincia di Napoli, Simone Monopoli, scrive alla ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, chiedendo che anche il suo comune possa usufruire del fondi per tenere aperte le scuole nel pomeriggio e in estate , così come vorrebbe la ministra medesima.
“All’interno delle politiche varate dall’amministrazione comunale per la tutela dell’infanzia, ho scritto una lettera al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per chiedere un incontro sui fondi ministeriali del progetto ‘Le scuole al centro’ promosso dal Miur. L’obiettivo è quello di far assegnare agli istituti del territorio, ed in particolare a quello del ‘Parco Verde’, finanziamenti che possano garantire l’apertura delle scuole di pomeriggio e d’estate”.
“Il nostro Comune – ha scritto Minopoli nella lettera inviata al Ministero – è finite sulle prime pagine pagine delle cronache nazionali per la tragica morte di due nostri angioletti del ‘Parco Verde’. Ho letto con molta attenzione il progetto varato dal Ministero denominato ‘La scuola al centro’. Con l’obiettivo di stanziare dei fondi da utilizzare per istituti aperti di pomeriggio e d’estate nelle aree periferiche e ad alta dispersione scolastica. La mia amministrazione – ha aggiunto Monopoli – intende fare all’interno di una priorità che mi è stata sempre chiara sancendo gli obiettivi dell’amministrazione comunale: la tutela dell’infanzia. Da sindaco e da rappresentante di una comunità ferita e che chiede aiuto, chiedo un incontro istituzionale, al quale, parteciperà anche il dirigente scolastico dell’Istituto del “Parco Verde” di Caivano, un’area dove si mescola la potenzialità inespressa di quei bambini con i problemi sociali divenuti negli anni vere e proprie emergenze”.
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“La scuola al centro’ può garantire ai bambini del ‘Parco Verde’ di Caivano un’opportunità di passare la giornata, ben oltre l’orario di lezione, in un posto sicuro, formativo e sereno come la scuola? Quale migliore opportunità, se non questa, può garantire a quei bambini la possibilità di svolgere attività sportive, musicali, di lettura, di partecipazione a laboratori artistici, lontano dalla strada, lontano dalle devianze che la periferia propone come strada obbligata? Insomma, al “Parco Verde” più che in altri luoghi la scuola deve presentarsi non solo come polo didattico ma, come lei giustamente ha ripetuto, la scuola nelle aree di frontiera dev’essere concepita come “seconda casa”. E per realizzare quella che ritengo una priorità abbiamo bisogno di fondi per finanziare progetti coinvolgendo non solo gli istituti scolastici ma pure le associazioni che operano in quel quartiere”.