Non è stata accolta nemmeno una moratoria, e Emanuel ha proceduto nella sua decisione, tanto che Karen Lewis, presidente del sindacato degli insegnanti di Chicago, non ha potuto fare altro che dichiarare la giornata della decisione “un momento luttuoso per tutti i bambini della nostra città”.
La rabbia degli insegnanti pubblici è tale da aver già dichiarato guerra a Emanuel in vista del 2015, quando sarà in gioco la rielezione: Lewis ha promesso che farà l’impossibile per mobilitare i 26 mila iscritti per registrare almeno 200 mila nuovi votanti e mandare a casa l’attuale sindaco, che è poi anche l’ex capo di gabinetto di Barack Obama alla Casa Bianca.
“Subirò qualsiasi conseguenza politica se ciò serve a dare un futuro migliore ai nostri figli – ha replicato il sindaco- chiudere queste scuole fatiscenti era politicamente rischioso ma necessario per l’educazione dei ragazzi”.
La tesi di Rahm Emanuel è che il sistema scolastico pubblico ha un deficit annuale di 1 miliardo di dollari a causa del mantenimento di troppi edifici mezzi vuoti: a fronte di classi con 500 mila posti vi sono solo 403 mila alunni. Da qui la scelta di chiudere 54 scuole, scegliendo quelle con meno alunni ed al contempo risultati più scarsi. Gli alunni che andavano nelle scuole chiuse saranno trasferiti in istituti che danno rendimenti migliori.
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