Il Sisa sciopera l’11 aprile per i precari e per la scuola
Come sempre il Sisa ha informazioni precise sull’attività europea del governo italiano.
Da vero apprendista stregone, o piuttosto da navigato democristiano di lungo corso, Enrico Letta è tornato dall’incontro di Bruxelles della settimana scorsa con due vittorie di cui i media non han dato la dovuta informazione. Il primo, importante e significativo, è la riduzione della prima rata del Fiscal Compcat a solo 3,5 miliardi per il 2014, invece di cento, come si doveva. Letta è riuscito a convincere gli eurocrati che per quest’anno basta un anticipo, poi nel biennio successivo 2015 – 2016, si pagherà il dovuto, è evidente che quella del governo italiano sia una manovra dilatoria per provare nei prossimi mesi a ricontrattare questa mannaia ammazza – italiani che pende sul capo di tutte e di tutti, e della scuola in particolare, da quando il governo Monti ha imposto Fiscal Compact al parlamento nel luglio 2012.
Il secondo successo lettiano è stato lo scorporo delle eventuali mancate entrate dalle tasse indirette per il 2014 dal computo del debito. Ovvero, per spiegare con parole semplici, già nel corso del 2013 il governo ha perso, solo dal calo del consumo di benzina e gasolio, un miliardo di euro, ovvero un miliardo di euro di entrate in meno, meno soldi per le spese dello stato, tra cui la scuola, e soprattutto meno entrate da destinare alla quota necessaria a ripianare il debito pubblico. Bene, ora Letta ha ottenuto che, messi a bilancio un certo numero di miliardi di entrate dalle tasse indirette per l’anno 2014, se alla fine dell’anno ne saranno entrati meno del previsto, un fatto del tutto probabile, visto che gli italiani sono sempre più poveri e in numero considerevole perdono ogni giorno il posto di lavoro, queste mancate entrate non saranno considerate dagli eurocrati nella loro valutazione dell’Italia. Questi miliardi mancanti verranno infatti ascritti a una riduzione generale delle entrate italiane e non calcolati come un ulteriore ritardo nella copertura del debito pubblico, sebbene lo siano.
Tutto questo per la scuola significa il rinvio di tagli feroci nell’immediato e la possibilità di boccheggiare, più o meno con lo stesso organico e più o meno con gli stessi stipendi, anche per l’anno scolastico 2014-15.
Come SISA da tempo propugniamo un’altra politica economica e un’altra politica scolastica, per queste ragioni aderiamo alla giornata nazionale di sciopero della scuola indetta dall’USI per il prossimo 11 aprile 2014 contro il precariato nella scuola e per un ritorno dei saperi a un piena centralità sociale, non manchiamo tuttavia di constatare che il lettiano – democristiano “tirare a campare” è comunque meglio dei nefasti salassi montiano-berlusconiani che lo hanno preceduto.