Il Corriere della Sera butta un sasso nello stagno, che noi riprendiamo convinti che la gran parte dei professori non utilizzi fino in fonda la scala numerica che va da 1 a 10, fermandosi per lo più nei valori intermedi, cosicchè mediamente si utilizza un intervallo numerico da 3 a 8, per comodità, per costume, per non infierire troppo sullo studente o per non sopravalutarlo eccessivamente.
Fra l’altro, fa notare il quotidiano milanese, ad adottare questi parametri siamo noi e l’Albania insieme a qualche altro Paese nel mondo. In tutte le altre nazioni si usano scale valutative diverse.
Se allora si utilizzano per lo più 6 livelli: 3 negativi e 3 positivi, è assai probabile che si possa sbagliare a valutare e, spesso, gli errori dipendono dalla scala che viene impiegata.
In ogni caso la presenza di ben cinque voti negativi, da 1 a 5, è come se si volesse marcare la distanza che separa lo studente dal pieno apprendimento, come se lo «allontanasse» dall’obiettivo, mentre nella gran parte degli altri stati funziona in maniera differente.
Nelle scuole europee si utilizza una scala numerica di cinque voti, uno solo per definire il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi, e quattro per valutare i meriti e il raggiungimento degli obiettivi più complessi. La presenza di un solo voto negativo, in fondo, incentiva e non deprime.
In Danimarca, 00 vuol dire insufficiente, -3 gravemente insufficiente, poi seguono 5 valori positivi.
In Austria, la valutazione va da un massimo di 1 ad un minimo di 5, con la sufficienza che corrisponde a 4.
In Francia, si va generalmente da 0 (voto minimo) a 20 (voto massimo), ma in alcuni ordinamenti anche da 0 a 10 (se lo studente ha una media dell’8 o del 9 ha la possibilità di alzarla a 10 con degli esami). In Germania, i voti vanno da 1, il voto massimo, a 6 , insufficiente.
Nelle scuole russe i voti vanno da 1 a 5: cinque è il voto massimo e l’insufficienza più usata è il due; il nostro sei corrisponde al tre.
La tipologia dei voti non cambia mai, anche all’Università. Avere tutti cinque in Russia vuol dire essere studenti modelli (meritevoli di medaglia d’oro).
In Giappone si usano lettere corrispondenti a percentuali in centesimi: A= 90-100, B= 80-89, C= 70-79, D= 60-69, E, F= 0-59. Il primo risultato corrisponde all’eccellenza, l’ultimo all’insufficienza.
Le valutazioni, in America, vengono effettuate con dei test secondo i diversi livelli di approfondimento e con i voti espressi in lettere, dalla A (90-100, eccellente) a F (sotto il 60%, gravemente insufficiente). Con una serie di A+, A++ e via centellinando.
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