Di ritorno dal Convegno “Libera scuola in libero stato” che si è svolto il 13 febbraio a Roma, a Palazzo Giustiniani, riporto l’impressione che, finalmente, si stia assistendo ad un’accelerazione nella direzione di affermare che la scuola, la “buona scuola”, quella educante e di qualità, possa sussistere, crescere e migliorare se e solo se vi è pluralismo educativo, se e solo se possano coesistere sia la scuola pubblica statale che la scuola pubblica paritaria.
Questo, a gran forza, è stato richiesto dalla maggior parte della società civile impegnata nel mondo della scuola, è stato richiesto anche dalle associazioni dei genitori e dai gestori delle scuole paritarie: occorre garantire il diritto delle famiglie di poter esercitare liberamente il diritto di scegliere, a parità di condizioni, quale tipo di scuola sia più adatta per i propri figli.
Il convegno ha avuto il pregio di unire trasversalmente più voci del mondo politico, ognuna delle quali ha ribadito con forza la necessità di sostenere il pluralismo educativo riconoscendo che in tutti questi anni le scuole paritarie hanno sopperito ad una importante funzione pubblica, quella educativa appunto, pur non avendo eguale forza economica rispetto alle medesime scuole statali. Nonostante la Legge 62/2000 abbia sancito l’importanza della coesistenza di entrambe, di fatto, per vent’anni, non è stata perfezionata e non è stata raggiunta l’eguaglianza economica tanto auspicata.
I dati reali sono drammatici! Se da una parte le scuole paritarie chiudono ad un ritmo sempre più crescente (380 solo nell’ultimo anno!) dall’altra i dati Ocse-Pisa evidenziano che gli studenti italiani a livello di apprendimenti, sono sempre agli ultimi posti rispetto a quelli europei, nelle tabelle delle varie discipline e che in Italia, il divario tra Nord e Sud è ancora più devastante.
La soluzione prospettata e contenuta nel DDL Lonardo porterebbe a compimento la legge 62/2000 attraverso l’adozione del Costo Standard di sostenibilità che permetterebbe non solo al governo centrale di risparmiare ingenti risorse stimabili in 11 miliardi di euro, un terzo dell’attuale Legge di Bilancio!, ma al contempo consentirebbe di ripristinare i diritti fondamentali della società civile, in particolare delle famiglie, che potrebbero scegliere tra una “buona scuola statale” e una “buona scuola paritaria” alle stesse condizioni, visto che si verrebbe ad innescare un positivo circolo virtuoso in termini di competitività tra l’una e l’altra che porterebbe nel corso del tempo ad un sano miglioramento della qualità dei servizi offerti.
A me, in qualità di gestore di un’importante realtà educativa dell’infanzia a Castano Primo, l’Ente morale scuola materna, che accoglie ben 240 bambini in età prescolare con continuità da ben 130 anni e con l’importante presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice, rimane “In primis” il dovere di ringraziare Suor Anna Monia Alfieri che porta avanti da anni con coraggio, la sua battaglia di libertà.
Alla politica chiedo di fare la sua parte, e cioè di legiferare. Non è più tempo di aspettare!
Il sistema scolastico sta, ahimè, implodendo su sé stesso. Occorre davvero un’inversione coraggiosa di rotta, ci sono le premesse e c’è anche la soluzione economica sostenibile.
Questa è una battaglia di libertà, di pluralismo e di civiltà che non può che trovare d’accordo tutti quanti, indistintamente!
Maria Cristina Braga
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