Lo scorso anno erano quasi 225mila gli alunni diversamente abili che frequentavano la scuola pubblica statale, quest’anno il dato è aumentato di circa 10mila unità.
Nella scuola primaria sono oltre 83mila gli alunni iscritti e frequentanti e nella scuola secondaria di II grado con circa 66mila studenti.
Questi dati verranno presentati nel corso del seminario di studio promosso dall’UCIIM e dall’UCSI per ricordare i 40 anni della Legge 517 del 1977.
Il cammino del coraggioso inserimento dei disabili a scuola, promosso dalla legge 517, inseguito completata dalla Legge quadro 104 che regolamenta il processo di integrazione, ora proteso nella direzione dell’inserimento sociale, non può restare solo una data da ricordare, ma un evento che aiuta pensare e a sognare una scuola inclusiva, aperta, dinamica e capace di offrire servizi di qualità.
E‘ merito della Legge 517 l’introduzione a scuola del docente di sostegno che nel tempo ha sempre più qualificato la sua competenza professionale ed ora con la legge 107/2015 della “buona scuola “ il docente di sostegno fa parte integrante dell’organico dell’autonomia e tutto ciò dovrebbe ridurre la girandola di docenti che crea sempre disagio, specie agli alunni con difficoltà di apprendimento e di adattamento.
A fronte di un organico di diritto (docenti di ruolo, stabili, docenti di sostegno, e docenti di potenziamento) continua ancora la procedura della “deroga”, che aumenta ogni anno, determinando il conferimento di “ incarichi annuali”, spesso conferiti a docenti senza titolo specifico.
La tanto decantata possibilità di chiedere la conferma del supplente di sostegno da parte delle famiglie degli alunni con disabilità, (diverse lettere sono pervenute al Ministero e alle Direzioni Regionali), di fatto è resa inapplicabile in quanto gli uffici territoriali e i Dirigenti scolastici non hanno ricevuto istruzioni in merito da parte del MIUR. Tutto ciò evidenzia il problema reale e sembra lecito porsi due domande: la prima se erano supplenti chi sostituivano? La seconda se non lo erano perché non stabilizzarli rendendo superfluo l’intervento delle famiglie?
Prevedere posti in organico di diritto significa non aumentare cattedre , bensì mutare la loro natura: da tempo determinato a tempo indeterminato. Ciò garantirebbe la continuità del docente per un’efficace integrazione del disabile nel gruppo classe, in modo da realizzare concretamente la tanto declamata “inclusione scolastica”.
A 40 anni di distanza della Legge 517, emanata il 4 agosto del 1977 e constatare come ancora oggi molti problemi rimangono ancora insoluti, rivela una carente progettualità organizzativa della scuola che presenta segni di eccellenza in alcune regioni e profondo degrado e abbandono in altre.
L’auspicata vitalità del GLI (Gruppo di lavoro per l’inclusione), “con il compito di collaborare alle iniziative educative e d’integrazione predisposte dal piano educativo”, già previsto dalla Direttiva Ministeriale del 2012, in tutte le istituzioni scolastiche, anche con “funzioni di raccordo di tutte le risorse specifiche e di coordinamento, presenti nella scuola” (Circ. 6 marzo 2013), dovrebbe dare all’azione didattica del sostegno una specifica connotazione didattica che supera il semplice assistenzialismo e vigilanza del disabile in classe.
La tavola rotonda che si terrà mercoledì 27 settembre alle ore 16, presso l’auditorium della sede della Presidenza regionale a Catania (Palazzo ESA) Piazza San Domenico , aperta ai docenti e ai giornalisti, tende a promuovere una rinnovata sensibilizzazione verso il mondo dell’handicap.
La testimonianza del giornalista Carmelo Barcella, da 38 anni in carrozzina, racconterà le lotte, e le conquiste lungo il cammino della non facile integrazione sociale dei disabili.
Compito del docente educatore è quello di “saper guardare tutti e osservare ciascuno e seguire con amorevolezza quanti hanno bisogno di particolari attenzioni.
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