Giuseppe Brescia del Movimento 5 stelle e componente della Commissione Cultura Scienza e Istruzione risponde ad alcune nostre domande, sulle possibili prossime novità di riforma del nostro sistema scolastico. È d’accordo sulla riduzione di un anno del percorso della scuola secondaria di secondo grado, sulla tutela dell’autonomia scolastica, che passa attraverso un migliore coordinamento dei docenti con i dirigenti scolatici e gli alunni.
Domanda
Cosa ne pensa della sperimentazione avviata dalla ministra Carrozza nel liceo Guido Carli di Brescia, finalizzata a ridurre di un anno la durata del percorso di studi della scuola secondaria di secondo grado?
Giuseppe Brescia
Penso possa essere un esperimento positivo. Gli studenti italiani accedono con un anno di ritardo all’università rispetto a molti loro colleghi europei (Francia, Spagna) e questo rappresenta un problema sul piano della competitività. Ovviamente l’accorciamento di un anno non deve causare la perdita di migliaia di cattedre e quindi un grave taglio per il comparto, anzi quelle stesse risorse dovrebbero essere ricollocate al fine di alleggerire il lavoro dell’intera categoria e migliorare la qualità del servizio offerto. Infine, i cicli di studi andrebbero riconsiderati sul modello di sistemi più avanzati come ad esempio quello finlandese.
Domanda
Un comitato accademico, attraverso il forum “Idee per la crescita” “Liberiamo la scuola”, nato per iniziativa congiunta dell’Università Bocconi di Milano e dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), lancia l’idea di proporre la sostituzione dell’attuale sistema scolastico accentrato, che riflette le preferenze dei governi in gioco e non soddisfa le esigenze della domanda, con uno che lasci alle scuole maggior autonomia e, quindi, responsabilità, incentivandole così a garantire un’offerta formativa in linea con le aspettative di famiglie e studenti, per attrarne il maggior numero. Lei cosa ne pensa?
Giuseppe Brescia
Non c’è ombra di dubbio che l’autonomia scolastica debba essere tutelata. Nessuno come i presidi e gli insegnanti che vivono a contatto quotidiano con gli studenti, le loro famiglie e la realtà circostante può elaborare percorsi didattici adeguati alle particolari esigenze di quelle stesse determinate circostanze. Lo Stato deve solo indicare delle linee guida e fornire il giusto sostegno economico.
Domanda
Un problema che tocca molto da vicino la categoria degli insegnanti e il loro rapporto con la didattica è il valore inversamente proporzionale tra la costante perdita di libertà d’insegnamento e la progressiva accentuazione di autonomia dirigenziale. Considera questo un problema reale? E se questo fosse esistente come si propone di risolverlo?
Giuseppe Brescia
Un punto cruciale del processo di miglioramento delle condizioni della scuola italiana è la restituzione di dignità alla figura dell’insegnante che passa non solo da un’adeguata retribuzione ma anche da una reale autonomia di gestione del progetto formativo. I docenti devono coordinarsi con dirigenti e alunni e costruire assieme a loro il percorso didattico. Ma per far sì che ciò avvenga si devono fornire loro gli strumenti adatti. Creare il sapere su piattaforme open source e metterlo gratuitamente a disposizione della rete-Scuola sarebbe un ottimo punto di partenza.
Domanda
Una recente indagine OCSE, colloca l’Italia tra le ultime posizioni per quanto riguarda competenze acquisite, in italiano e matematica dai giovani o anche meno giovani italiani, durante il loro percorso formativo. Un tallone d’Achille, che impone una riflessione e possibilmente una soluzione. Quali secondo lei le riflessioni e le soluzioni?
Giuseppe Brescia
Il punto è che la Scuola italiana è ferma a 60 anni fa mentre il mondo che gli è intorno è radicalmente mutato. Dobbiamo avere il coraggio di puntare su processi innovativi e realizzare la Scuola 2.0. Una scuola dinamica, con ambienti sicuri e adeguati alle moderne teorie didattiche, che si serva della tecnologia per mettere gli studenti nelle condizioni migliori per crescere in base alle peculiarità individuali di ognuno. Il M5S ha tra i suoi obiettivi quello della digitalizzazione dei libri di testo che porterebbe tra l’altro un risparmio di circa 400€ a famiglia all’anno.
Domanda
TFA, PAS, GAE, concorsi ordinari, non crede che si stia esagerando con i percorsi abilitanti?
Giuseppe Brescia
Credo che il mestiere dell’insegnante sia tra i più nobili al mondo e come tale debba essere trattato. La politica ha dato risposte sbagliate che hanno diviso persone con lo stesso sogno, mettendole le une contro le altre, trasformando le diverse categorie in bacini elettorali da controllare con promesse mai mantenute, il tutto a scapito della scuola. E’ necessario individuare un unico percorso abilitante, una via magari dura ma chiara, lineare, univoca che prepari insegnanti di alto livello che trovino subito collocazione.
Con la Scuola non si scherza. Io ho scelto di lavorare nella VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione perché credo fermamente che la Scuola sia il presente ed il futuro del Paese e da essa si deve ripartire.
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