Alle recenti roboanti dichiarazioni dell’editorialista Galli della Loggia sulle scuole speciali hanno fatto eco in questi giorni quelle del Generale Roberto Vannacci, candidato per la Lega alle Elezioni europee, il quale in un’intervista al quotidiano La Stampa avrebbe dichiarato che “a scuola gli studenti, compresi i disabili, dovrebbero essere divisi e separati in base alle loro capacità e che per gli alunni con disabilità frequentare la scuola comune è come sfidare il record dei 100 metri di Atletica.”
Premetto subito che il progetto di ripristinare le “scuole speciali” è ritenuto da noi esperti con disabilità d’inclusione un “pericoloso” ritorno al passato e soprattutto una falsa soluzione ed un inganno rispetto ai reali bisogni educativi ed al corretto percorso di crescita di cui necessitano i “ragazzi con disabilità.
Gli alunni disabili devono stare nella “scuola di tutti ed in essa essere pienamente inclusi. L’inclusione scolastica, a 47 anni dalla Legge 517/77, infatti, è una “conquista di civiltà
”, un dato di fatto ed un traguardo storico del nostro Sistema educativo e formativo dal quale non si può e deve più tornare indietro! Proprio per tale motivo, nessuna forza politica del nostro Paese dovrebbe metterla in discussione, tanto meno il candidato della Lega alle prossime Europee Roberto Vannacci che, tra l’altro, fino a prova contraria, non è neppure un addetto ai lavori ed un “uomo” della scuola.
E purtuttavia, è innegabile che, in questo quasi 50ennio d’inclusione scolastica, la transizione dalla scuola speciale alla scuola di tutti sia avvenuta con troppa improvvisazione.
Infatti, la scuola non è stata preparata adeguatamente ad un compito difficile che, a mio parere, non era ancora pronta a svolgere, perché la Legge 517/1977, ha disposto l’integrazione, ha consentito ai disabili di essere nella scuola, ma non ha fornito loro gli strumenti per includersi, per fare il salto di qualità dall’inserimento-integrazione all’inclusione, cioè alla partecipazione attiva da protagonisti del loro processo di apprendimento.
Per non parlare della genericità e dell’inadeguatezza della preparazione specifica sulle singole disabilità dei docenti di sostegno ed ancor peggio di quelli disciplinari!
Ora, malgrado tali evidenti e strutturali criticità e carenze del “sistema”, io non credo che togliere il sostegno agli alunni/studenti con disabilità sia la “panacea” ed il rimedio giusto. Infatti, nonostante tutto, il nostro sistema inclusivo ci viene invidiato un po’ dappertutto e specialmente in Europa, dove ad es. in Germania esistono ancora le scuole “speciali” per ciechi ed in Francia il cosiddetto “sistema misto” non “vince” e convince.
L’attuale sistema scolastico “inclusivo” italiano non va spazzato via od eliminato tout court, rifugiandosi magari nelle facili scorciatoie delle scuole speciali, va invece riordinato e riformato. E di questo e non di “falsi miti” sulle scuole speciali si dovrebbe discutere con urgenza e senza indugio in queste settimane in sede ministeriale a proposito degli ormai indifferibili vari decreti attuativi del Dlgs 66/17, anche tenendo conto delle PDL promosse dalla FISH già nel 2021 e 2022 sull’inclusione scolastica, la continuità didattica e gli assistenti alla comunicazione.
Tali proposte di legge, lo rammento, prevedono l’istituzione di un’apposita classe di concorso per i docenti per il sostegno, il loro vincolo di permanenza all’intero ciclo d’istruzione dell’allievo con disabilità, un semestre di formazione di base sulle singole disabilità per i futuri docenti curricolari, l’obbligo della formazione e dell’aggiornamento in servizio sull’inclusione per tutto il personale scolastico ed il riconoscimento giuridico del profilo dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione.
Ci fa piacere e ci tranquillizza che il Ministro dell’Economia della Lega Giancarlo Giorgetti abbia preso giustamente ed immediatamente le distanze dal generale Vannacci, ma tutto ciò non basta! Solo recependo le predette “lungimiranti” ed improcrastinabili istanze della FISH, potranno essere finalmente fugate le tentazioni di ritorni anacronistici alle scuole speciali, garantendo veramente accoglienza ed inclusione a tutti gli alunni con disabilità del nostro Paese.
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