«Mance», per Berlusconi. «Voto di scambio», per i Cinque Stelle. Ma il bonus di 500 euro per i diciottenni «no è una mancia elettorale».
Però per Matteo Renzi «Questo modo di pensare è offensivo, ma non verso di me, verso gli italiani». «Gli italiani non si fanno comprare».
E aggiunge ancora: «Aiutare i diciottenni a ricordare chi siamo mi sembra un dovere per un Governo, altro che mancia elettorale». E per respingere critiche e polemiche ha lanciato un «sondaggio» tra il popolo Dem: «Voi cosa ne pensate? Leggo volentieri le vostre considerazioni all’indirizzo [email protected]».
«Ci sono molte polemiche per il fatto che abbiamo deciso di coinvolgere i diciottenni in un progetto educativo e culturale», scrive Renzi in una lettera agli iscritti Pd. E torna a spiegarne le ragioni: «Come risposta alla crisi di valori – dice il premier – abbiamo pensato di offrire a chi diventa maggiorenne la possibilità per un anno di andare a teatro, alle mostre, nei musei, al cinema, agli spettacoli dal vivo utilizzando un bonus di 500 euro, lo stesso che abbiamo predisposto anche per i professori». «A me sembra bello – sottolinea – che chi diventa maggiorenne acquisti dei diritti, ma anche dei doveri. E il primo dovere è sapere chi siamo. La cultura, il teatro, la musica, il cinema, l’educazione sono elementi costitutivi dell’essere cittadini italiani».
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Nelle intenzioni del premier – visto che ancora si tratta di un annuncio – i «550mila italiani che ogni anno compiono 18 anni riceveranno il bonus». La misura dunque sarebbe rivolta a tutti i cittadini italiani nell’anno in cui diventano maggiorenni: nel 2016, per esempio, a tutti i nati nell’anno 1998. Il bonus dovrebbe essere corrisposto sotto forma di carta di credito prepagata, con il vincolo ad effettuare spese solo nell’ambito culturale: musei, esposizioni, concerti, opere teatrali e (forse) anche libri.