Il sondaggio sul valore legale dei titoli è una bufala: parola di Idv e sinistra

Caro ministro, valuti “la possibilità di ritirare la consultazione pubblica lanciata dal Governo Monti sul sito web per sondare l`opinione dei cittadini sul valore legale della laurea anche perché la consultazione avviata presenta gravi carenze metodologiche”.
Così dice Di Pietro nella interrogazione a Profumo, nella quale fra l’altro viene sottolineato che l`espressione valore legale “indica in realtà una complessità di pratiche sociali normative che richiedono la sinergia di diverse competenze specifiche e professionali per essere affrontate”. 
E poi continua: “Sull’argomento, inoltre si è già espressa la Commissione cultura del Senato in un`ampia, dettagliata e analitica indagine conoscitiva, durata diversi mesi, durante la quale sono state consultate le più varie associazioni di categoria e rappresentanze sindacali competenti che operano nel settore. 
E il documento conclusivo della suddetta indagine ha rilevato la presenza di `vari cospicui aspetti negativì nel caso di un`eventuale abolizione del valore legale del titolo di studio. Il sondaggio, quindi  non presenta alcun valore di carattere statistico e demoscopico e fallisce nel suo obiettivo principale, cioè quelle di avvicinare istituzioni e cittadini, interpellandoli su un argomento complesso e fornendo loro una spiegazione del tutto e per forza di cose insufficiente sul tema in esame”. 
Di similare parere Riccardo Messina, responsabile saperi del Pdci, che, a margine del flashmob organizzato dalla Federazione della sinistra, Fgci e Gc, ha detto:  il sondaggio online sul sito del Miur per chiedere l’opinione degli italiani sull’abolizione legale del titolo di studio è una truffa”. 
In più, i militanti della Fds hanno esposto uno striscione davanti al Ministero con la scritta “Profumo di truffa”. 
“Si tratta dell’ennesimo tentativo di distruzione del sistema di istruzione pubblico – continua Messina – e di privatizzazione dei saperi.  Il valore legale del titolo di studio, infatti, rappresenta una funzione di garanzia dello stato sociale ed invidia con certezza i contenuti di conoscenza da acquisire nell’università”.

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