A Melito “c’è un albergo che ospita centinaia di studenti per modo di dire, provenienti da diverse regioni italiane”.
Questi ospiti, “aspettano di conseguire la maturità presso l’Istituto Voltaire, scuola paritaria del vicino quartiere napoletano di Secondigliano. Una decina di pullman scaricano i ragazzi davanti all’istituto e i giornalisti che vi si sono recati ieri mattina, alla ricerca di una spiegazione per un così massiccio fenomeno di migrazione scolastica, sono stati malmenati; uno addirittura aggredito, pare, da un gruppo di professori poco inclini alle spiegazioni.”
Lo scrive Il Mattino di Napoli che invita la ministra a informarsi “perché la vicenda degli istituti paritari, soprattutto a Sud di Roma, costituisce da anni uno scandalo del nostro sistema nazionale di istruzione”; infatti qui vengono rilasciati “titoli di studio che sono in tutto equiparati a quelli concessi dalla scuola pubblica. Naturalmente dietro lauto compenso e, spesso, in assenza della benché minima prova d’esame da parte del sedicente studente. Insomma, una maturità farsa”.
“Più volte- scrive sempre Il Mattino- il ministro di turno ha annunciato il pugno di ferro ma di risultati concreti se ne sono visti pochi per la verità. I diplomifici continuano a funzionare a pieno regime e, in cambio di svariate migliaia di euro per ogni studente, gratificano la famiglia di un bel certificato educativo, valido a tutti gli effetti. La ragione sociale di questo tipo di impresa non è altra e i professori fanno volontariamente la loro parte. Spesso si tratta di precari, che in cambio di punteggio sembrano disposti a fare qualsiasi cosa. Ma spesso si tratta anche di professori di ruolo che sottobanco arrotondano i loro stipendi”.
“Gli istituti paritari di questo tipo funzionano allora come una sorta di scappatoia autorizzata dalla legge. O per meglio dire, individuano una florida e redditizia attività speculativa in un vasto mercato costituito da una popolazione giovanile fatta di svogliati, inetti, di adolescenti senza arte né parte a cui però sopperisce il portafoglio di papà”.
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“Il diploma ottenuto in questa maniera- si legge sul quotidiano di Napoli- costituisce un lasciapassare verso l’ Università, e anche qui ci sono praterie da percorrere, soprattutto tra le Università telematiche, e i relativi titoli che immettono direttamente nel mercato delle professioni, o anche semplicemente degli impieghi pubblici. Dove questi giovanotti protervi, figli c’è da scommettere di genitori altrettanto arroganti, avranno modo di fare disastri, come puntualmente è avvenuto e avviene nel nostro disgraziato Paese”.
“Eppure basterebbe poco, dopo le ispezioni e la guardia di finanza. Basterebbe, ad esempio, sottrarre a questi istituti la possibilità di rilasciare diplomi in sede. Basterebbe stabilire l’ aureo principio per cui gli studenti delle scuole paritarie sono tenuti a fornire le loro prove d’esame davanti a commissioni di professori della scuola di Stato, nel più sicuro e protetto ambiente della scuola di Stato. Basterebbe infine, se proprio non si riesce a fare altro, mettere un tetto al numero degli studenti che si presentano in queste scuole solo per fare l’esame”. “Perché è evidente che la prosperità di cui essi godono- conclude l’articolo del Mattino- dipende esclusivamente da un difetto di volontà politica da parte del ministro della Pubblica istruzione che li dovrebbe contrastare”.
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