Gli ITP (insegnanti tecnico pratici) continuano a “generare” situazioni inaudite nelle scuole superiori di secondo grado: dopo aver fisicamente eliminato docenti di ruolo vincitori di concorso dalle graduatorie di istituto, e precari storici con titoli reali, minacciando ricorsi e intimidendo i dirigenti scolastici quando non riescono a “condizionarli” con metodi persuasivi, compaiono in prima fascia nelle stesse graduatorie di istituto dalle quali si attinge per l’attribuzione delle supplenze.
Situazioni abnormi nate dalle “manine” che operano all’interno delle segreterie scolastiche e che attribuiscono non soltanto “titoli di studio e professionali” mai conseguiti ma anche “collocazioni” in graduatoria che proprio non si possono giustificare, neanche con una sentenza di primo grado, Tar o giudice del Lavoro che sia.
Laddove infatti – come si verifica nel Liceo Artistico Storico di Napoli e nel più importante istituto di istruzione superiore di Portici – sono convocati aspiranti supplenti per la classe di concorso B22 (quando non di A61, perché inseriti con diploma tecnico fanno la “scalata” con la laurea) – mentre ancora devono essere fissate le date per il concorso docenti abilitati 2018 ma di certo si tratta di una “coincidenza” – andrebbe verificato “ogni singolo caso”, ogni singolo titolo di ogni singolo aspirante, con cura ma soprattutto con rispetto per chi è “docente” e non per chi imbroglia: in primis – ad esempio – occorre stabilire come può una laureata in giurisprudenza accedere a questo particolare laboratorio di comunicazione multimediale, semplicemente con un diploma di istituto tecnico conseguito lo stesso anno (se non l’anno dopo) nel mese di giugno, due mesi prima la pubblicazione delle graduatorie di settembre (ma la domanda è stata prodotta ovviamente prima di conseguire lo stesso diploma).
Ma ancor di più andrebbe verificato in base a “quali titoli” questi pseudo aspiranti supplenti – in realtà mistificatori e bugiardi – si sono “ritrovati” nel mucchio di sentenze “positive” emesse magari a Pordenone.
Al Sottosegretario al Miur, Salvatore Giuliano, come da decreto del 24 settembre 2018, con il quale gli sono state attribuite le deleghe, resterebbe in primis l’arduo compito di avviare gli opportuni accertamenti prima della sottoscrizione del contratto di lavoro a tempo determinato, contratto che rischia di essere dato a non aventi diritto sino al 31 agosto 2019, garantendo così la possibilità di attribuire punteggi elevati in vista della “stabilizzazione” definitiva.
Allo stesso Sottosegretario spetterebbe il compito di “giustificare” come sia possibile che insegnanti diplomati ante 2001 si vedono cancellare – in un solo colpo – l’abilitazione (nonostante anni di lavoro, supplenze e riposizionamenti in seconda fascia – ma anche in terza per agevolare l’aspirante supplente imbrogliona – in attesa di un concorso “non selettivo” ma comunque da sostenere in ambito territoriale) mentre “freschi pischelli diplomati in istituti professionali” salgono in cattedra da corsie preferenziali e in barba a qualunque preparazione didattica e professionale.
Allo stesso Sottosegretario sembra spettare anche, infine, il compito più arduo: pronunciarsi in tempi brevissimi poiché – questa materia la B22 – tratta proprio di tecnologie e tecniche multimediali. Infatti sono proprio le moderne tecnologie e i new media a rappresentare l’autentico cavallo di battaglia del Sottosegretario. Ma questo “cavallo di battaglia” nei fatti metterà in cattedra – quest’anno come già avvenuto lo scorso anno – “ciucci” diplomati che hanno anche la pretesa di “comandare” e arrogarsi diritti inesistenti come avviene all’Istituto Marconi di Giugliano in Campania, ed in altre scuole di secondo grado, nelle quali i dirigenti scolastici continuano a autorizzare l’inserimento nelle classi degli insegnanti tecnico pratici chiamandoli dalle messe a disposizione o dalle graduatorie di istituto di prima e seconda fascia, a proprio piacimento.
In realtà la parola alla fine spetterà a tutt’altro settore: a quello della Giustizia, se le varie Procure, a partire dalla napoletana, imiteranno quella agrigentina. Ma, in particolare, se i docenti precari aventi titolo e i docenti di ruolo che cercano di “rientrare” a casa dopo anni di “pellegrinaggio” e di gavetta, troveranno finalmente il coraggio di denunciare quanto accade in Italia ogni giorno: soltanto così per le supplenze per la classe B22 ma anche altre come la B18, il Sottosegretario non si troverà da solo a combattere un “sistema” clientelare di sopraffazione per il rilascio di titoli di studio “funzionali” a salire in cattedra in circa 60 giorni. Soltanto così i sindacati riusciranno a non rendere i “controllati”, “controllori” dei mistificati inserimenti nelle graduatorie per le supplenze.
Angela Mazzocchi