Preoccupante la dichiarazione del sottosegretario MIUR Gabriele Toccafondi circa lo stato di avanzamento dell’alternanza scuola-lavoro: “l’alternanza funziona, non si torna indietro”.
Se riferiamo questo messaggio alle realtà del meridione, sembra un’autentica beffa. L’anno scorso non esisteva il registro dell’alternanza, previsto dalla legge 107, eppure il MIUR non ha accolto le preghiere dei Dirigenti Scolastici di rinviarne l’attuazione.
I docenti sia l’anno scorso che quest’anno, su richiesta dei presidi, in molte realtà hanno dovuto rivolgersi alle loro conoscenze personali per cercare di inserire i ragazzi in percorsi di alternanza, stipulando convenzioni arrangiate, e non tutti ci sono riusciti.
Quest’anno il registro dell’alternanza esiste, ma per modo di dire: a Catanzaro, ci sono solo quattro imprese registrate, ad Agrigento cinque, a Benevento due e potremmo andare avanti chissà per quanto. Questi sono i numeri dei soggetti privati disponibili a fare alternanza scuola lavoro ad oggi nelle città del meridione.
Non crediamo che si possa definire riuscita un’operazione che ancora è proprio ben lungi dall’essere attuata in molte città d’Italia.
Questo ovviamente crea disparità di trattamento fra gli studenti, crea disparità di curricula, penalizza come sempre i ragazzi meridionali. Il fatto che poi, quale risposta a questi problemi oggettivi, il MIUR abbia stipulato una convenzione con colossi quali il McDonald’s, getta una luce sinistra circa la qualità della formazione che esso stesso riconosce.
Quale formazione può essere quella fornita da una catena di fast-food, dove i ragazzi si limitano a servire patatine e hamburger, tutti prodotti congelati che non necessitano di procedimenti di preparazione o di cottura complessi, in un contesto in cui il personale svolge ruoli meramente meccanici ?
Se si pensa poi che i ragazzi, per poter operare in queste strutture, magari sottraendo posti di lavoro a tanti lavoratori (10mila posti di alternanza scuola-lavoro in una struttura di 20mila lavoratori), perdono anche ore di lezione, il danno è veramente notevole.
Sempre più inquietante diventa l’idea della scuola pubblica voluta e progettata da questo decisore politico. Una scuola che cede i valori della cultura e della formazione del cittadino all’amoralità del profitto di imprese di dubbia valenza sociale e civica è una pessima scuola di scadente qualità che costringerà i capaci e meritevoli, ma privi di mezzi a rimanere al palo, mentre i ricchi e mediocri andranno ad accrescere le file delle agenzie formative private e poi quelle delle mediocri professionalità a capo delle istituzioni, che fanno sì che il nostro Paese rimanga il fanalino di coda dell’Europa .
Questa è una conferma che chi ha progettato questa idea di scuola ha inteso solo decretarne l’inutilità sociale e quindi l’annientamento. Chi ha progettato questa idea di scuola ha anche calpestato la Costituzione che oggi si appresta non a caso a modificare con una discutibile manovra istituzionale.
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