La storia del Risorgimento è da riscrivere? Forse. Intanto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, revoca la cittadinanza onoraria al generale Enrico Cialdini, “eroe” del Risorgimento ma che una successiva revisione ha identificato come responsabile di crimini contro le popolazioni meridionali la cui efferatezza nemmeno i nazisti hanno eguagliato in Italia. Famigerata la rappresaglia contro i civili di Pontelandolfo e Casalduni nel Beneventano, nel 1861, lo stesso anno in cui l’ex capitale del Regno offriva la cittadinanza al generale. E laddove non intervengono le autorità si muove lo spontaneismo trasversale e allora Piazza Garibaldi a Napoli è diventata Piazza della Ferrovia. Corso Garibaldi è stato ribattezzato Corso Ferdinando II Re di Napoli. Una bravata ma non troppo.
Sono molte le amministrazioni comunali, si legge su Agi-Cultura, che nell’ex territorio delle Due Sicilie hanno modificato la toponomastica ufficiale. A Minturno c’è via Ferdinando II di Borbone Re delle Due Sicilie e sono state inaugurate una via Carlo III di Borbone e una via Francesco e Maria Sofia di Borbone (gli ultimi sovrani delle Due Sicilie). A Caserta, Corso Trieste è stato rinominato Corso Ferdinando II. A Calvizzano la strada che costeggia l’alveo Camaldoli – realizzato dai Borbone – è stata anch’essa intitolata a Carlo III.
A Ferdinando II è stata eretta una statua a Battipaglia e Venafro, in Molise, ha intitolato una strada a Francesco II.
Nel 2014 nella cattedrale di Gaeta il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, di cui è Gran Maestro il principe Carlo di Borbone, ha eretto un Sacrario che raccoglie i resti dei soldati che morirono per re Francesco nell’assedio con cui l’ultimo monarca si congedò dal Regno (mentre i cannoneggiamenti del generale Cialdini violavano anche le regole più umanitarie), resistendo fino al 13 febbraio 1861.
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Il comune di San Giorgio a Cremano ha intitolato una piazza ai Martiri di Pietrarsa che il 6 agosto 1863 manifestarono per il miglioramento delle condizioni di lavoro. Furono uccisi dalle pallottole dei bersaglieri “italiani” e i feriti furono decine.
“L’Ordine Costantiniano assieme all’Ancci (Associazione Nazionale Cavalieri Costantiniani Italiani) ha istituito delle borse di studio per tesi di laurea sul Regno delle Due Sicilie
C’è intanto, riporta sempre Agi-Cultura, chi caldeggia il ‘Giorno della memoria’ per le vittime del Risorgimento, ma lo storico Francesco Barbagallo parla di “politica ridotta ad avanspettacolo”, di “neo-sudismo”, di un “leghismo sudista” coi rischi del ribellismo brigantesco.
A un “brigante”, meglio dire a un insorgente, il Consiglio comunale di Cerreto Sannita ha dedicato una piazza: Cosimo Giordano. Era nativo di là. Come lui migliaia furono protagonisti, anche nolenti, di una disperata opposizione ai “piemontesi”.
Scrisse Carlo Alianello nel saggio “La conquista del Sud” del 1972: “I cafoni erano ai campi o sulla montagna, magari con la zappa al braccio e il fucile a tracolla e, quando erano presi, colpevoli o innocenti, la loro sorte era segnata: quattro palle nella schiena e addio”.