Questa storia dal sapore tragicomico è avvenuta a Guangzhou, in Cina. Come riporta La Stampa, i fatti risalgono al giugno scorso, quando un’insegnante d’arte, intenta a fare lezione online, è stata licenziata in quanto nel suo schermo aveva fatto capolino il suo gatto domestico.
Il provvedimento, arrivato immediatamente, si basa sul fatto che, secondo la società di istruzione online per cui lavora la docente nota come Luo, quest’ultima aveva preso parte ad attività “non didattiche” durante le lezioni ed era anche in ritardo di 10 minuti rispetto a una lezione precedente. Tutta la faccenda è stata riportata dal giornale Guangzhou Daily.
L’insegnante ha così deciso di impugnare la decisione in arbitrato, ma la società ha rifiutato di accettare l’ordine di risarcire la docente per licenziamento ingiusto e lo ha, a sua volta, impugnato in tribunale. La questione è stata poi risolta dal giudice Liao Yajing del tribunale del popolo di Guangzhou Tianhe.
Quest’ultimo ha affermato che, nel caso di lavoro da casa, i datori di lavoro non possono pretendere dai propri impiegati gli stessi standard richiesti in ufficio. L’incursione del felino sullo schermo è quindi sì una distrazione, ma essendo causata dal fatto che il luogo di lavoro è l’abitazione della docente, quest’ultima non merita un tale provvedimento. “Le regole del datore di lavoro non dovrebbero solo essere conformi alle leggi, ma dovrebbero anche essere eque e ragionevoli” ha affermato il giudice, che ha condannato l’azienda al risarcimento di seimila euro all’insegnante.
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