Il rischio più grande per i plus dotati è quello di sentirsi diversi. E può capitare molto spesso: lo sostiene un ragazzo dotato di un talento fuori dal comune, e per valorizzarlo e non isolarsi, la ricetta migliore è incontrare altri giovani come lui. Per questo a Budapest, 62 ragazzi tra i 13 e i 20 anni provenienti da 20 nazioni, hanno partecipato all’«European youth summit».
Nei 5 giorni nella capitale ungherese questi ragazzi, racconta Il Corriere della Sera, non solo hanno assistito a dibattiti, parlato in pubblico, partecipato a laboratori, ma hanno cercato di realizzare qualcosa di concreto, come una app per aiutare chi ha disabilità motorie. L’idea è venuta ad Armin Fabian, un diciottenne romeno, parlando con Anna Maria Roncoroni, psicologa e presidente dell’Aistap, l’associazione italiana che aiuta genitori e docenti nella formazione degli studenti con capacità superiori alla media.
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Avere dunque talento, troppo talento, può essere un problema. I manuali spiegano che la «plusdotazione è una dissincronia nello sviluppo», ed essere un piccolo genio a volte crea persone vulnerabili che hanno bisogno di un aiuto particolare. Per non «sentirsi diversi è importante che questi adolescenti possano incontrarsi tra di loro, condividere esperienze, sviluppare le proprie potenzialità».