“Trattata come fossi un’appestata”: è la lamentela di una maestra allontanata dalla classe, davanti a tutti i suoi alunni, in un istituto in provincia di Viterbo, perché il tampone le era scaduto durante la prima ora di lezione e quindi è rimasta senza Green pass.
La donna – riporta Yahoo Finanza – aveva effettuato il tampone il lunedì e mercoledì all’ingresso l’hanno fatta entrare senza problemi, rientrando nelle 48 ore.
“Ho iniziato la mia lezione di italiano alle 8,10. Dopo mezz’ora, entra la fiduciaria. Mi chiede di andare dalla vice preside” ha spiegato l’insegnante. Il suo Green pass scadeva alle 8.40 e hanno deciso di farla uscire dalla scuola. “Sono stata immediatamente allontanata dalla classe. Ho avuto solo il tempo di entrare e prendere la borsa, ho lasciato tutti i libri aperti sulla cattedra. I miei alunni mi guardavano senza capire cosa stesse succedendo. Avrei voluto parlare con una collega in un’altra classe, non mi è stato consentito. Mi sono sentita umiliata, discriminata, frustrata” ha denunciato la donna.
La maestra ha tenuto anche a dire che le indicazioni del Ministero prevedono che il certificato verde vada controllato solo all’ingresso di scuola. E lei aveva superato questo controllo.
In effetti, la Nota ministeriale n. 953 del 9 settembre scorso esplicita che il controllo del Green pass si debba svolgere “quotidianamente e prima dell’accesso del personale nella sede ove presta servizio”.
Quindi, non c’è alcun riferimento al controllo nel corso della giornata lavorativa.
Nella scuola dove presto servizio, ha aggiunto la maestra, “probabilmente non hanno letto le circolari. Fatto sta che il mio diritto alla privacy è stato leso così come quello allo studio dei miei studenti, lasciati con un collaboratore scolastico”.
“Non vaccinarmi è una mia scelta ma nel momento in cui entro a scuola sono in regola, avendo fatto il tampone. Non mi sento meno degli altri. Mi auguro non succeda più”, ha concluso la donna.
Alla maestra potrebbe, in linea teorica, anche essere comminata la multa prevista per coloro che non sono in possesso del Green pass: al momento, l’importo della multa varia, a discrezione dell’amministrazione scolastica, da 400 a 1.000 euro.
Quello del Viterbese, inoltre, non è un caso isolato: nel corso degli ultimi giorni sono stati ravvistati anche circostanze simili, tra cui una in Emilia Romagna.
A questo punto, sarebbe bene che il ministero dell’Istruzione fornisca delucidazioni. A pensarla così sono anche i sindacati.
Secondo la Uil Scuola, “la certificazione verde, attiva al momento dell’ingresso a scuola, non si può ritenere scaduta prima che il personale abbia completato il proprio orario di servizio della giornata”.
Il sindacato guidato da Pino Turi ha scritto anche al capo dipartimento Stefano Versari, chiedendo “un intervento urgente che chiarisca ai dirigenti scolastici che il controllo della certificazione verde debba avvenire esclusivamente prima dell’accesso del personale nella sede ove presta servizio”.
“In nessun caso – conclude la Uil Scuola – deve essere permesso l’allontanamento del personale dal proprio posto di lavoro o, ancora peggio, procedere all’applicazione della sanzione prevista dalla legge, qualora la scadenza della certificazione verde avvenga durante l’orario di servizio”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “questa certificazione verde sta diventando sempre più illegittima e discriminante, perché si guarda allo stato di vaccinazione o del tampone negativo di un quinto degli individui che stanno a scuola, mentre si dimentica ii contesto dove si fa formazione e del numero altissimo di alunni concentrati fianco a fianco nelle classi. Intanto, i miliardi del Pnrr stanno arrivando e non comprendiamo quale sia l’emergenza più impellente di questa da risolvere”.
Anche l’Anief ha scritto al Ministero, sostenendo che “l’allontanamento del personale scolastico, con particolare riferimento a quello docente, durante l’orario di lezione rischia di danneggiare il diritto all’istruzione degli alunni e di creare grandi difficoltà organizzative all’istituzione scolastica in quanto è pressoché impossibile garantirne la sostituzione senza alcun preavviso”.
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