Categorie: Università e Afam

Il Tar accoglie il ricorso sulle specializzazioni del 2014

Il Tar del Lazio si è definitivamente pronunciato su uno dei ricorsi presentati sul concorso per l’accesso alle specializzazioni mediche del 2014. Ne da notizia la Cgil.

Il concorso, spiegano all’AdnKronos Salute,  ricostruendo la cronologia della questione, “balzò agli onori delle cronache nazionali perché il Cineca invertì le buste dei test di area clinica e dei servizi, con la conseguenza che l’esame venne svolto dai candidati cimentandosi su domande diverse rispetto a quelle scelte dalla Commissione. Il ministro dell’Istruzione Giannini dapprima annunciò l’annullamento, poi cambiò idea salvando le prove e annullando solo alcuni quesiti”. Ha preso il via, così, un lungo contenzioso, con un primo ricorso bocciato dal Tar del Lazio, impugnato dai giovani medici davanti al Consiglio di Stato che lo accoglie, e rimandato nuovamente al Tar.

 

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Secondo i legali, “sulla base di tre motivi ritenuti fondati dal Consiglio di Stato, il concorso potrebbe ancora oggi, dopo 2 anni, essere annullato. Da settembre 2015, tuttavia, nonostante i solleciti dei legali, queste cause sono rimaste negli archivi e non sono decise. Oggi arriva la prima vittoria definitiva su un altro degli aspetti contestati dai giovani medici in quel concorso. Secondo quel bando – proseguono i legali – i candidati, pur potendo ambire all’ammissione a più scuole, decadevano da tutte le scelte una volta ottenuta l’ammissione in una di queste. Al Tar questa decadenza beffarda è parsa illegittima”.

Per il Tar, “la previsione di una decadenza generalizzata dalla scuola di specializzazione indicata come prima opzione non appare ragionevole né risulta ancorata ad alcun parametro normativo”.

“La scelta del Miur, sempre secondo il Tar – proseguono Delia e Bonetti – ha ‘un effetto penalizzante eccessivo perché non consente di sfruttare la chance di iscriversi nella scuola di specializzazione rispetto alla quale è stato orientato il proprio piano di studi universitario, diverso essendo il caso rispetto a chi risulta prenotato o assegnato in più scuole contemporaneamente e può quindi effettuare una scelta consapevole, da esercitarsi entro termini ragionevoli'”.

Per gli avvocati, “bastava che si desse la possibilità ai candidati di graduare le preferenze delle scuola, oppure non si prevedesse la decadenza da tutte le altre con la scelta della scuola: la beffa non ci sarebbe stata e il merito sarebbe stato premiato. In effetti – affermano – nel Regolamento della decadenza non solo non c’è traccia, ma è implicitamente esclusa. Viene fuori, invece, nel bando firmato dal ministro Giannini l’8 agosto 2014, dove si dice che ‘il candidato è tenuto a iscriversi presso la sede in cui risulta assegnato entro il termine massimo di 4 giorni. A seguito dell’iscrizione il candidato decade automaticamente da tutte le graduatorie delle scuole per cui ha concorso'”.

Da allora “grazie a questi ricorsi, fortunatamente, il Miur ha cambiato il sistema. A fine luglio dovrebbero giungere nuove sentenze del Consiglio di Stato che, speriamo, convincano il Tar a fissare i vecchi giudizi ed esprimere la parola fine su questo concorso”. 

Pasquale Almirante

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