La "funzione tutoriale" nel primo ciclo di istruzione deve essere intesa come prestazione essenziale garantita dallo Stato e pur non essendo esplicitamente menzionata nella legge n. 53 è legittimamente prevista dal decreto legislativo n. 59 approvato nel febbraio scorso dal Governo.
E’ questa la tesi che l’ufficio legislativo del Miur sta sostenendo contro i ricorsi presentati da più parti contro il decreto 59 e contro la circolare 29.
Secondo notizie di fonte ministeriale ma non ancora confermate ufficialmente, pochi giorni fa, il Tar Lazio avrebbe accolto questa linea interpretativa esaminando e rigettando il ricorso presentato dal Codacons.
Stessa sorte dovrebbe toccare a questo punto al ricorso delle organizzazione sindacali sul quale sempre il Tar Lazio si pronuncerà il prossimo 12 luglio.
Decreto e circolare sono quindi atti pienamente legittimi e devono essere applicati.
A questo punto diventa decisivo il passaggio contrattuale che però stenta a decollare: il Ministro aveva invitato l’Aran ad aprire la trattativa, ma i sindacati avevano subito obiettato chiedendo che il Governo provvedesse ad emanare un formale atto di indirizzo.
La sensazione è che Cgil, Cisl e Uil vogliano allungare i tempi in modo che a settembre la trattativa non sia ancora conclusa. I sindacati confederali sperano di riuscire così a bloccare o quanto meno a rendere particolarmente difficoltosa l’applicazione delle principali novità previste dalla riforma.
Ma dal Ministero lasciano intendere che – anche senza contratto integrativo – la riforma dovrà comunque prendere avvio: la funzione tutoriale è definita dalla legge, la mancanza del contratto nazionale non consentirà di definire gli aspetti retributivi connessi con i maggiori impegni lavorativi, ma non potrà in nessun caso autorizzare le scuole a non attivare quella che – anche secondo il Tar – deve essere considerata una prestazione essenziale resa agli alunni e alle loro famiglie.
In altre parole – sostengono al Ministero – l’incarico di tutor dovrà essere comunque svolto, mentre la retribuzione corrispondente potrebbe essere erogata solo dopo la sottoscrizione del contratto nazionale.
A questo punto i sindacati contano anche molto su un ormai molto probabile avvicendamento ai vertici del Ministero: in molti pensano che l’arrivo a viale Trastevere di Rocco Buttiglione o comunque di un esponente dell’Udc, aumenterebbe gli spazi politici e potrebbe aprire la strada ad un avvio soft della riforma.
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