Premettiamo che le intenzioni governative, non sono volte, in questo caso specifico, ad un aumento dei carichi di lavoro, ma piuttosto ad una rimodulazione degli impegni previsti nell’art. 29 del contratto scuola. Per entrare nello specifico è importante ricordare quanto è previsto in questa norma contrattuale, denominata: “attività funzionali all’insegnamento”. Tralasciando la parte riferita agli adempimenti individuali del docente, che comunque esigono, per alcuni docenti ed alcune discipline d’insegnamento, di molto ore di lavoro settimanale, esaminiamo in particolare il comma 3 dell’art. 29, in cui si definiscono le attività di carattere collegiale riguardanti tutti i docenti.
Bisogna ricordare che in questa norma si prevedono fino a 40 ore annue di partecipazione alle riunioni del collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative; separatamente a queste 40 ore annue sono previste altre 40 ore annue di partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Infine non quantificabili in un orario certo c’è anche lo svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione. In buona sostanza l’art.29 del contratto della scuola, dispone di 80 ore annue di impegno di attività che sono funzionali all’insegnamento.
Qual è l’intervento legislativo che, come sembrerebbe, il prossimo Consiglio dei ministri vorrebbe attuare? Si vorrebbe utilizzare, in termini di risorsa temporale, parte delle 40 + 40 ore riferite al su citato comma 3 dell’art.29 del Ccnl scuola per potenziare l’orientamento per la scelta universitaria o lavorativa.
Ricordiamo che negli anni passati l’orientamento per la scelta universitaria veniva svolto dalle scuole utilizzando il fondo d’Istituto per retribuire l’impegno dei docenti coinvolti.
Questa rimodulazione che potrebbe essere fatta con un decreto legge, farebbe rientrare l’orientamento universitario, come un obbligo di servizio a cui tutti i docenti sono dovuti ad ottemperare. Se questo provvedimento dovesse essere attuato, bisognerebbe fare molta attenzione nel modulare il piano delle attività annuale per i docenti, che dovranno redistribuire gli impegni in modo differente rispetto ai precedenti anni scolastici. Già a partire dagli impegni previsti nella prima decade, dove si utilizzano una parte delle 40 + 40 ore, bisognerebbe modulare gli impegni, tenendo conto di questa probabile modifica legislativa dell’art. 29 del Ccnl scuola.
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