La notizia della scoperta Pompei di un termopolio in ottimo stato di conservazione ha avuto un grande spazio sulla stampa nazionale e anche la nostra testata se ne è occupata.
Abbiamo anche riportato la dichiarazione del direttore del Parco archeologico che afferma che quanto prima, forse già in primavera, lo straordinario reperto sarà disponibile per i visitatori.
Ottima cosa, ovviamente, ma c’è da chiedersi quando e come i nostri studenti potranno davvero visitarlo visto che è ormai da marzo che i diversi DPCM che si sono succeduti non consentono alle scuole di organizzare visite, viaggi di istruzione o gite scolastiche che dir si voglia.
In estate sembrava essersi aperto un mezzo spiraglio quando diversi esponenti del Governo (era stata proprio la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani a lanciare la proposta) parlavano di fare scuola nei musei, nei teatri e nelle biblioteche.
Come sappiamo quel progetto è miseramente fallito perché nessuno aveva riflettuto su una questione del tutto evidente: per fare scuola nei musei bisogna farci arrivare gli studenti e quindi bisogna risolvere il problema dei trasporti a cui, però, durante l’estate nessuno ha pensato.
A Pompei ci troveremo di fronte ad un paradosso: le scolaresche di Napoli non potranno visitare né il termopolio né altri reperti; ma non è da escludere che possano essere accolti studenti e docenti che arrivano da altri Paesi europei o addirittura dal Giappone.
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