Si sta per concludere l’anno scolastico peggiore della storia repubblicana. Un anno contrassegnato a causa dell’emergenza sanitaria del covid 19 da molte contraddizioni, iniziate con l’avvento della didattica a distanza, una didattica del tutto innovativa dal punto di vista didattico, ma che ha generato critiche e perplessità tra il personale docente.
Una didattica approssimativa e poco affidabile nelle video lezione con alunni che apparivano e scomparivano dall’occhio digitale della videocamera, lezioni che si svolgevano, in alcuni casi con la supervisione dei genitori che interferivano sull’operato del docente.
E poi la doccia fredda del Ministro dell’Istruzione che, fin dal 6 aprile ha annunciato l’ammissione alla classe successiva e all’Esame di Stato di tutti gli studenti, in barba al rispetto della professionalità degli insegnanti. E poi si è visto sempre la Ministra cambiare parere sostenendo che le insufficienze, anche con l’ammissione alla classe successiva ci sarebbero state. E poi la diatriba su Esami di maturità in presenza o a distanza.
Insomma si era ingenerata una tale confusione che i “poveri” docenti erano così disorientati da non capire cosa stesse accadendo.
E intanto con la sospensione delle attività didattiche gli alunni “festeggiavano” l’anticipata chiusura dell’anno scolastico dal momento che ci sono stati studenti, i quali erano “scomparsi dai radar”, nel senso che dal 5 marzo il docente non li aveva più né sentiti e nemmeno rivisti in video lezione.
Insomma un teatrino all’italiana che si sta chiudendo con la conclusione dell’anno scolastico 2019/2020. Ed ora occhi puntati a settembre se si riprende oppure no, coronavirus permettendo.
Mario Bocola
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