Il testo dell’interrogazione sul precariato e la risposta del ministro Giannini
MOLEA, CAPUA e VEZZALI. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Per sapere – premesso che:
la scuola è afflitta da una «piaga»: quella del precariato; le legittime aspettative di generazioni di maestri e professori si sono trasformate in un’ingiusta «guerra tra poveri»: precari e abilitati a seguito del tirocinio formativo attivo, docenti in ruolo e supplenti, idonei e inidonei, visibili e invisibili. Ciascuno portavoce di legittime rivendicazioni; come il Ministro interrogato ha ricordato, nell’illustrazione delle linee programmatiche presso la Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, «alcuni aspettano qualche anno, altri un decennio, altri ancora erano precari quando hanno iscritto un figlio alla prima elementare e continuano ad esserlo ancora, quando lo stesso figlio si diploma alla fine del liceo»; i numeri parlano chiaro: per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, si hanno poco meno di 50mila persone che svolgono – ormai «stabilmente» – un lavoro precario nelle scuole; per i docenti: a) poco meno di 170 mila sono inseriti nelle cosiddette graduatorie ad esaurimento di I, II, III fascia e IV fascia aggiuntiva, che costituiscono il cosiddetto precariato storico; b) più di 460 mila sono inseriti nelle graduatorie di istituto e utilizzati per le supplenze annuali e fino al termine delle lezioni, di cui 168 mila iscritti nelle graduatorie ad esaurimento; c) oltre 10 mila abilitati a seguito del tirocinio formativo attivo; d) quasi 70 mila hanno maturato titoli di servizio utili all’abilitazione grazie ad un percorso abilitante speciale; e) 55.000 diplomati magistrali; f) 40.000 idonei di vecchi concorsi; il precariato, alla luce di questi numeri, è un problema rilevante sotto il profilo quantitativo, drammatico per le vite di molte persone e di molte famiglie; non si può ignorarlo nella speranza che scompaia; più volte il Ministro interrogato ha ribadito l’esigenza di scegliere: soccombere all’emergenza o programmare, avvitarci nella contingenza o lavorare ad aggiustamenti strutturali;
ebbene, il bivio più importante di tutti da affrontare è proprio questo, ossia se continuare ad approcciarsi al tema del precariato della scuola in termini emergenziali o darsi una prospettiva lungimirante che miri a risolvere la problematica strutturalmente come intenda affrontare la questione del reclutamento ai fini di contemperare l’esigenza di garantire una nuova classe di insegnati e allo stesso tempo soddisfare le legittime aspettative di chi come precario ha permesso sino ad oggi al sistema scolastico di non collassare, se intenda indire un nuovo concorso e come intenda corrispondere alle aspettative di tanti giovani laureati e non abilitati al fine di una loro partecipazione al concorso.
STEFANIA GIANNINI, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Signor Presidente, cercherò di fare un quadro molto sintetico dei provvedimenti in atto e degli impegni per il prossimo anno. Il criterio è quello di bilanciare, come credo che debba avvenire in uno Stato che investe sull’istruzione come prima e principale priorità, le legittime aspettative che coloro che da anni stanno aspettando hanno nei confronti dell’immissione in ruolo ed anche le altrettanto legittime aspettative di chi, laureandosi ed abilitandosi, vuole entrare a fare il mestiere dell’insegnante subito. Allora, ho firmato in questi giorni l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento e confermo che firmerò, forse oggi stesso o al più tardi domani mattina, l’aggiornamento delle graduatorie di istituto valide per il triennio 2014-2017 (quindi sono i 2 macrosettori da cui si attinge al 50 per cento per il rinnovo del personale della scuola). Il prossimo anno bandiremo un concorso a cattedra per circa 17mila docenti. È importante dare regolarità ai concorsi, come ho già detto in altre occasioni, non solo perché lo prevede la legge con il meccanismo del 50 per cento di assunzioni da concorso e 50 per cento da attingere dalle graduatorie ad esaurimento, ma anche perché il concorso è di fatto l’unico strumento per garantire a tanti nuovi abilitati di poter avere la possibilità in tempi ragionevoli di entrare in ruolo e insegnare ai nostri ragazzi. Al riguardo, quindi, voglio anche precisare una decisione importante che riguarda l’immissione in ruolo per l’anno scolastico 2015/2016, cioè il prossimo. Come sapete, il concorso 2012 ha avuto circa 11mila vincitori. Di questi vincitori, 4 mila sono stati immessi in ruolo e nominati per l’anno scolastico in corso; i restanti 7mila saranno immessi in ruolo per l’anno scolastico 2014/2015 con assunzioni che faremo nel corso dell’estate. In questo modo, quindi, esauriremo la lista dei vincitori del concorso 2012. Il nuovo concorso si terrà nella tarda primavera 2015 per permettere anche ai nuovi abilitati del ciclo Tfa che stiamo per bandire lunedì di poter partecipare a questa importante occasione. I risultati del nuovo concorso li avremo quindi in tempo utile per l’immissione in ruolo nell’estate 2016. Capite, quindi, che sostanzialmente e complessivamente si tratta, per il 2015/2016, di 14mila immissioni in ruolo che attingono in maniera equilibrata da questi tre livelli: concorso, idonei del concorso 2012, non tutti, ovviamente, ma la metà per l’equilibrio del 50 per cento, e graduatorie ad esaurimento. Questa mi sembra che possa essere una risposta, chiaramente parziale, ma senz’altro determinata e politicamente precisa ai quesiti posti dall’onorevole Molea e dagli altri parlamentari.