“La legge 170/2010 sui disturbi specifici di apprendimento viene disattesa da molte scuole”, commentano in massa i nostri lettori su facebook.
“Non viene mai rispettata!”, “Utopia”, “Ma quando mai! “Anche classi di 31 alunni alla scuola media con disabile grave, il quale infatti dopo pochi mesi ha cambiato scuola.”. E’ questo quello che emerge in merito al tetto massimo di alunni in classi con disabili, portando all’attenzione il fatto che le norme sulla formazione delle classi c’è, ma stando a quello che dicono i docenti e i genitori di figli diversamente abili, queste norme non vengono applicate in tanti casi.
Abbiamo già parlato dei criteri della formazione delle classi, evidenziando il fatto che secondo la legge 170/2010, relativa ai disturbi dell’apprendimento, viene stabilito che le classi con alunni disabili non devono superare il tetto di 20 studenti. Concetto ripreso anche dalla nota Miur nota Miur 6753 del 27 febbraio 2015.
I lettori denunciano invece situazioni assolutamente irregolari che si protraggono da anni: “25 alunni e 2 disabili!”, “34 alunni, di cui 5 tra H e DSA”, “nella scuola dell’infanzia dove insegno la mia sezione ha iscritti 27 bambini con 2 diversamente abili e il Dirigente non vuol sentire ragioni!”. Quindi, sostanzialmente si tratta di scuole che durante la costituzioni delle classi non tengono conto della norma, con presidi spesso intransigenti nel far rispettare la volontà del consiglio d’istituto o di circolo.
Il timore che questa situazione possa sfociare in un reale problema è dato dall’attuazione della riforma de la “Buona Scuola”, che con l’autonomia scolastica potrebbe portare perseverare nell’errore. Oppure si potrebbe approfittare di questo cambiamento per aggiustare il tiro e rispettare la legge che tutela gli alunni disabili in aula.
In questo quadro bisogna prendere in considerazione anche i dati eleborati dal Miur sulla popolazione scolastica 2015/2016, che segna l’aumento di studenti diversamente abili, per cui un’azione mirata sarebbe d’auspicio.
Contestualmente, per quanto riguarda il mondo della disabilità a scuola, si aggiunge un altro nodo, ovvero quello dei docenti di sostegno.
Molti istituti lamentano una carenza di personale, mentre il Miur assicura che quest’anno ci sono l’11% di insegnanti di sostegno in più. Infatti, come abbiamo scritto in precedenza, a fronte di 217mia alunni disabili, i posti sul sostegno per l’anno scolastico 2015/2016 sono più di 90mia, esattamente l’11% in più dell’anno scorso quando erano 81.137. Senza contare che l’organico potenziato previsto dalla legge 107 prevede altri 6.446 posti per il potenziamento delle attività di sostegno.
Tuttavia, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), denuncia che “vi è una questione cronica: circa 35.000 degli insegnanti non hanno mai svolto alcun percorso di formazione o di specializzazione. La questione non è tanto numerica, ma piuttosto di qualità dell’azione di sostegno che presuppone preparazione e professionalità”. Di conseguenza, la Fish chiede “l’attivazione e la strutturazione consolidata di percorsi di aggiornamento in particolare, come obbligatorio, per tutti i neo-assunti ma anche per i docenti già in servizio privi di specializzazione”.
Il problema della formazione nasce anche dal fatto che, come fa notare l’Anief, “a fronte dei 120mila docenti necessari a mantenere il rapporto di un docente ogni due alunni ‘certificati’, continuiamo a stare fermi a circa 90mila insegnanti stabilizzati e quindi anche quest’anno gli altri posti saranno coperti da supplenti, pur in presenza di oltre 12mila docenti specializzati con i corsi Tfa e di scienze della formazione primaria, lasciati a stagnare nelle graduatorie d’Istituto”.
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