Il 9 marzo il TG 1 lancia la notizia che 20 licei musicali stanno per chiudere per mancanza di fondi. A leggerla on line la cosa sembra precisa e dettagliata: la descrizione dei licei musicali e delle discipline che li caratterizzano è puntuale. Solo l’occhiello lascia un po’ stupiti: perché si parla di 20 licei invece dei circa 90 esistenti? E perché si citano gli enti locali come finanziatori quando invece i licei musicali sono statali (o pareggiati ma non a spese dei comuni)?
Di cosa si tratta?
Di un errore, ovviamente. Un errore compiuto dal più importante TG italiano che ha così indotto altri (anche la Tecnica che lo ha ripreso) a rilanciare la notizia della chiusura dei Licei/Istituti Musicali.
La realtà è che non si parla dei Licei creati dalla riforma Gelmini (dpr 89/2010) ma degli istituti musicali pareggiati (IMP) trasformati nel 1999 in degli istituti superiori di studi musicali (ISSM). Ovvero i 21 istituti equiparabili ai Conservatori che la legge di riordino dei Conservatori e delle Accademie (508/99) ha statalizzato per l’ordinamento e la didattica ma non ancora per il finanziamenti, che invece continuano a pesare sui bilanci dei comuni. I tagli alle finanze locali rendono oggi insostenibili le spese per il mantenimento in essere – a costo dei comuni – degli IMP/ISSM: da qui la notizia sul rischio chiusura.
Così, durante la campagna elettorale, l’ANCI, i sindacati e gli istituti stessi hanno messo in atto diverse iniziative per fare pressione sulla politica al fine di ottenere attenzione sul tema.
Il punto più alto di questa strategia è stato il seminario tenuto ad Ancona (sede del Pergolesi) nei giorni 7 e 8 febbraio. La cronaca della CGIL riferisce del rischio di chiusura per tutti i 21 IMP/ISSM d’Italia e riporta il documento messo a punto dall’ANCI e presentato dall’assessore di Carpi (sede di uno degli istituti musicali a rischio chiusura). Anche gli altri sindacati presentano schede ed approfondimenti molto precisi e documentati (Uil, CISL università)
Alcuni organi di stampa hanno ripreso correttamente l’evento mentre altri hanno iniziato a fare confusione. Tra questi, ad esempio, il Messaggero di Roma che nel titolo parla di Licei ma nel corpo del pezzo riferisce correttamente di istituti pareggiati. L’errore del titolista del Messaggero è poi dilagato nel pezzo del TG1, evidentemente scritto senza alcun controllo delle fonti.
Chi volesse conoscere tutti gli interventi che l’Anci ha fatto negli ultimi anni per tentare di risolvere il problema non ha che da fare un giro sul sito della Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Dal 2002 ad oggi circa 25 interventi. Non quindi un tema sconosciuto.
Se non, forse, che per il TG1.