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Il tramonto del Latino e del Greco. Il Vaticano incalza

Niente più latinisti e grecisti. E’ conclusa l’era degli esperti di lingue classiche. Unica certezza, in Italia sempre più ignoranti escono dalle scuole. L’allarme lo lancia il Vaticano, e annuncia: il latino e il greco vengono studiati sempre meno e sempre peggio. Un declino della conoscenza che porterà sicuramente ad un danneggiamento qualitativo degli studi storici, filosofici e teologici. Ed in effetti con quale base di preparazione i ragazzi potranno affrontare corsi di laurea di questo tipo?
Il Comitato Pontificio delle Scienze Storiche ribadisce così “con forza, e a tutti i livelli istituzionali, l’importanza delle lingue classiche per una cultura che è alla base non solo dell’Europa presente e futura e di Paesi che risentono di queste radici culturali, ma che, in ultima analisi, rappresenta un patrimonio culturale per l’intera comunità”.
In effetti in Italia si è assistito ad una “deludente politica” nel campo dello studio delle lingue classiche. Basti solamente pensare che nei Licei Classici si è passati dalle cinque ore alle quattro ore settimanali di greco e sempre più professori universitari lamentano l’ignoranza dei giovani delle nostre lingue madri, vale a dire il latino e il greco.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica (ma anche gli ambienti scolastici e accademici) quindi il Vaticano ha deciso di istituire un premio giornalistico (con scadenza ad aprile 2007) che, attraverso i migliori elaborati, metta in luce l’importanza della cultura classica. Nato sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, di venerata e santa memoria, il premio giornalistico è giunto alla seconda edizione e trova come suo più alto sostenitore l’attuale Papa Benedetto XVI, amante fin dalla tenera età del latino, idioma che ancora oggi parla quotidianamente con gusto.
E già lo scorso agosto, l’Osservatore Romano, tra le sue colonne aveva proposto di utilizzare il latino come lingua ufficiale europea e internazionale, perché espressione “non di una particolare comunità, ma dell’universo allora conosciuto”.
Insomma il Vaticano è chiaro e intransigente. Far riscoprire ai giovani il gusto e l’importanza delle lingue classiche è assai importante, anche perché hanno un grande valore formativo. E ricordiamoci che proprio “formare” persone consapevoli e capaci di affrontare un domani una società troppo diversa da quella attuale è il principale obbiettivo della scuola del futuro. E il latino e il greco giocano un ruolo di estrema importanza.
Luigi Mariano Guzzo

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