Anche oggi, come faccio da ormai molto tempo, mi è capitato di leggere un vostro articolo, nel quale si parlava di retribuzione e di quanto questa sia ormai ai minimi storici, sia tra docenti(eccetto quelli universitari) sia tra personale ATA.
Sinceramente mi chiedo come lo Stato, non sia ancora corso ai ripari, visti i numerosi impegni sempre piú crescenti e le richieste fatte al personale della scuola che non tengono conto di nulla e non si curano né dell’età, né della condizione lavorativa spesso differente nei vari cicli.
Pensiamo ad esempio al lavoro oberante e sempre piú difficile delle insegnanti dell’infanzia. Costoro, grazie alla famosa riforma Renzi, si ritrovano a convivere ed insegnare a due cicli di età diversi e per i quali l’intervento educativo e didattico, prevedono una preparazione e un approccio all’insegnamento molto differenti: l’infanzia( la cui fascia d’età va dai tre ai cinque anni) e il nido (bambini di due anni e qualche mese).
Era stato previsto, che si creassero classi “primavera” per i bambini i cui genitori decidevano di iscriverli anticipatamente alla scuola dell’infanzia, ma si sa che lo Stato in molte circostanze, fa le pentole ma non i coperchi e cosí, non solo in molti casi le classi primavera risultano classi fantasma, ma coloro che ne hanno subito le conseguenze piú nefaste, sono state le insegnanti.
Per non parlare degli operatori, che in numero sempre meno crescente (perchè i tagli sono stati moltissimi), si ritrovano a cambiare e pulire sempre piú bambini che, non avendo ancora il controllo sfinterico, fanno uso del pannolino. Per non parlare poi dell’attenzione, che realmente si può attribuire a ciascuna delle fasce d’età che ormai convivono in questo ordine di scuola , visto che la sola insegnante di sezione (ne esiste una per turno), non può per ragioni piú che evidenti, soddisfare tutte le necessità e le piú disparate, di ogni singolo bambino.
Da premettere che il rapporto tra insegnanti e alunni al nido é di un adulto per sette bambini e che oramai nelle classi dell’infanzia in un gruppo di 20/26 bambini, 5 o 6 sono anticipatari.
Eppure nonostante le incombenze, nonostante la mancanza di aiuti (pensiamo agli inserimenti di molti stranieri e alla mancanza totale di intermediari culturali),nonostante la totale noncuranza del ruolo del docente dell’infanzia,che nella stragrande maggioranza, possiede titoli di laurea esattamente come i colleghi universitari, non solo non si riceve la giusta retribuzione, ma neppure l’aggiunta di personale necessario, per svolgere al meglio il proprio lavoro. E pensare che basterebbe molto poco, per esempio che vi fossero almeno due insegnanti per turno (mattino e pomeriggio) e un operatore esclusivo, per ogni classe presente in una data scuola e che occorrerebbe solo assumere in via definitiva, i molti precari tra docenti e personale Ata.
Possibile che un ragionamento simile sia troppo semplice per essere concepito? Insomma cosa é necessario fare in Italia perché le cose funzionino, arrivare al caos piú totale e solo allora procedere? Davvero qualcuno ha il coraggio di pensare che docenti che hanno nel piú dei casi superato la sessantina, possano riuscire a tollerare ancora per molto un ambiente di lavoro che ha molto in comune con lo sfruttamento fine a se stesso? Siamo sicure di lavorare per lo Stato?
Maria Rosaria Oliveto
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