Il 2 marzo sono stati aperti gli Archivi vaticani sul pontificato di Pio XII sul quale, come è noto, si sono addensate nubi relativamente al suo «silenzio» riguardo allo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Ricordiamo il j’accuse del tedesco Rolf Hochhuth con la sua commedia Il Vicario, rappresentata a Berlino nel 1963, che fu subito contestata da migliaia di militanti cattolici ovunque fosse rappresentato: a Berlino, Parigi, Basilea e in altre città. In Italia un tentativo per rappresentarla fu fatto da Gian Maria Volontè tra 1963 e il 1964 a Roma, ma non ebbe esito.
Ora migliaia di documenti sono a disposizione di storici e studiosi, mentre le prenotazioni dei ricercatori si moltiplicano ed è già tutto pieno fino a giugno, considerato che ogni giorno potrà accedere in Archivio un numero contingentato di studiosi. Saranno consultabili, per quanto riguarda il pontificato di Papa Pacelli, 73 archivi di rappresentanze pontificie, 15 serie della Segreteria di Stato, 21 fondi di Congregazioni romane e di uffici curiali e palatini, tre dello Stato della Città del Vaticano e altri otto fondi. Nel complesso, dunque, 120 tra fondi e serie, per un complesso di circa 20mila unità archivistiche. I diversi archivi della Santa Sede potranno ospitare nel loro complesso circa 120 ricercatori.
Tra le carte della sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato spiccano i 170 fascicoli sugli «Ebrei», con circa 4mila nomi.
L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, evidenzia che «il materiale documentario si aggira intorno ad un totale di 2 milioni di carte, per un equivalente di circa 323 metri lineari. Le carte raccontano l’azione della Santa Sede durante il conflitto mondiale; rapporti diplomatici; le questioni concordatarie, trattati, ratifiche; le opere umanitarie e di assistenza; le relazioni periodiche circa le situazioni politico-religiose; le questioni scolastiche; le questioni riguardanti lo Stato Vaticano; l’azione di alcuni protagonisti come il cardinale Maglione, monsignor Tardini e monsignor Montini». Il Prelato non ha dubbi: emergeranno la grandezza della figura di Pio XII e i suoi «sforzi per cercare di rispondere alle richieste di aiuto per la salvezza dei perseguitati e dei bisognosi in pericolo di vita».
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