Finanza, scienza, tecnologia, umanistica e letteratura del mondo classico. L’Europa, ricca di atenei e dalla storia universitaria millenaria, abbonda di record e primati raggiunti in numerose discipline, scientifiche e umanistiche che siano. Gli investimenti nazionali e privati, proporzionati a matrici quali il ranking e la popolarità delle istituzioni accademiche, nonché il numero di studenti ivi immatricolati, risultano assai consistenti nel Vecchio Continente, favorendo ricerca, sviluppo e didattica di elevatissima qualità, a differenza di altre realtà ove il supporto finanziario è offerto solo da soggetti privati, che si riservano il diritto di interferire con la didattica, prendere decisioni in merito alle procedure, alle immatricolazioni risultando di fatto l’unica fonte di vita economica di suddetti atenei. L’interazione tra pubblico – che scatena nel Belpaese una serie di problematiche e di deresponsabilizzazioni continue – costituisce, se ben applicata, la strategia vincente per trainare con energia la ricerca e la formazione, facendo riferimento alla tutela esercitata dalle autorità statali come espressione delle esigenze della popolazione e del paese in oggetto e alla guida degli individui economici privati come espressione del progresso, della scienza e delle strategie di ricerca del futuro. La Sapienza di Roma e il Politecnico zurighese si sono assai distinti dagli altri atenei pubblici e privati per aver fruito della cultura e della formazione in chiave innovativa. Vediamo perché.
La Confederazione Elvetica applaude i sette atenei nazionali posti tra i primi al mondo per ranking
Gli investimenti, il ruolo del mercato finanziario e la tutela esercitata da parte delle autorità statali costituiscono le carte vincenti per garantire una formazione, ricerca e didattica di qualità. Secondo “The World Universities Ranking“, rivista che si occupa della valutazione complessiva e globale degli atenei a livello mondiale, prendendo in esame didattica, produzioni, pubblicazioni nonché organizzazione, ha sottolineato l’assoluto record raggiunto dalla Svizzera. Stando all’ultima classifica pubblicata oggi della rivista specializzata “Times Higher Education” (THE), il Politecnico di Losanna (EPFL) guadagna tre posizioni e si piazza al 40esimo rango. Nella graduatoria “The World University Rankings” si ritrovano anche le Università di Zurigo al 75esimo posto (+2 ranghi), Berna al 101esimo (-8), Basilea al 103esimo (+9), e Ginevra al 197esimo (+48). Il Politecnico di Zurigo si conferma, per tale appunto, il miglior ateneo dell’Europa Continentale: i programmi innovativi relativi al mercato delle criptovalute e dei sistemi di archiviazione, condivisione e protezione crittografica dei dati in sistemi di blockchain hanno attirato l’interesse di investitori ed aziende che di dati si occupano, le quali hanno provveduto ad investire ingenti capitali (miliardi di euro) con il fine di poter sviluppare apparati crittografici potenti, veloci e sicuri.
La Sapienza di Roma prima al mondo per studi classici: un record tutto italiano
La qualità degli insegnamenti con storici, archeologi e saggisti d’eccezione, uniti alla ricca offerta di laboratori su Roma e gli ambienti ellenici hanno fornito le basi per un premio, un record, un primato tanto ambito per il Belpaese, da molti concepito come la prosecuzione logica di una cultura classica, mescolata e reinterpretata attraverso l’incontro di numerose popolazioni nel corso dell’Evo Medio e Moderno. La Sapienza di Roma ha investito molto sulla formazione e sulla ricerca di specialisti del mondo classico favorendo lo sviluppo ed il mantenimento costante di un livello di insegnamenti, di didattica e di laboratori eccellente sotto numerosi punti di vista: il numero di pubblicazione e la rispettiva diffusione a livello globale, i risultati delle ricerche concretizzatisi in riferimenti, citazioni e testi sono solo alcuni dei riferimenti presi in esame per l’attribuzione del tanto meritato primato. Il Vecchio Continente, attraverso il raggiungimento di tali risultati accademici, si conferma l’intreccio saggio tra una modernità in rapida scesa e uno studio paziente dell’antichità, in modo tale da non perdere di vista da dove veniamo e soprattutto chi siamo.