Un’altra regione abolisce l’obbligatorietà di presentazione del certificato medico per essere riammessi a scuola dopo 5 giorni di assenza per malattia.
In ottemperanza alla legge regionale approvato dal Consiglio Regionale del Veneto lo scorso 24 gennaio, è stato abolito l’obbligo previsto per legge.
L’abolizione del certificato medico per il rientro a scuola, “rilasciati dai soggetti individuati dalla normativa e dagli accordi collettivi nazionali vigenti”, è un atto storico: la sua prima applicazione risale, infatti, al 22 dicembre 1967, quando fu approvato con il decreto n. 1518 del presidente della Repubblica.
La decisione era stata già stata assunta da nove Regioni: Friuli Venezia Giulia nel 2005, Liguria nel 2006, Piemonte nel 2008, Lombardia nel 2009, Umbria nel 2011, Bolzano nel 2012, Emilia Romagna nel 2015, Lazio nel 2018, Marche nel 2019.
Ancora siamo all’incirca al 50% delle regioni italiane: manca, in pratica, tutto il Sud, dalla Campania fino alla Sicilia.
E proprio la Sicilia, con l’ultima legge finanziaria approvata, ha modificato la normativa in tal senso. Fino a giugno scorso il certificato medico era obbligatorio per le assenze dai tre giorni in poi. Dall’anno scolastico in corso, invece, non sarà più necessario nel caso in cui uno studente si assenta per meno di 10 giorni.
Con l’abolizione della presentazione del certificato medico, si sollevano famiglie, i medici e i pediatri e le scuole da un obbligo ormai solo burocratico introdotto nel 1967 e che oggi è divenuto obsoleto.
Il certificato sanitario resta obbligatorio nei casi di profilassi previste a livello nazionale o internazionale per motivi di sanità pubblica (ad esempio resta per il morbillo, mentre c’è esonero per otiti o alla serie di semplici infiammazioni delle vie respiratorie).
Vale anche anche per le malattie per le quali sussiste l’obbligo vaccinale nonché altre malattie contemplate nella circolare ministeriale n.4 del 13 marzo del 1998.