Il vescovo Mazara: don Puglisi, il primo martire della mafia beatificato

”La difficoltà – ha aggiunto mons. Mogavero – è stata quella di identificare nella vicenda di Don Puglisi gli elementi che caratterizzano il martirio e di capire come il cosiddetto odio nei confronti della fede si realizzasse nell’omicidio di un sacerdote per mano dei mafiosi”. Il vescovo di Mazara, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha sostenuto poi che ”la Chiesa ha fatto bene a non costituirsi parte civile nel processo per l’uccisione di Don Puglisi. La costituzione di parte civile, infatti, serve per tutelare un interesse prevalentemente di carattere economico e la vita di un prete non è quantificabile in un prezzo. Non c’e’ bisogno di un indennizzo dei mafiosi per realizzare opere di carità. Si chiedeva giustizia non contro qualcuno ma per l’affermazione dei valori del Vangelo”. In merito al problema dell’omertà all’interno della Chiesa e nella società civile, monsignor Mogavero ha detto che ”oggi è più difficile, rispetto al passato, assumere un atteggiamento di omertà nei confronti del fenomeno mafioso. Per cambiare definitivamente abitudini mentali, però, occorrono molto tempo e un ricambio generazionale. Don Pino questo lo aveva capito bene, tanto che aveva cominciato ad operare con i giovani”.

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