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Il vescovo visita la scuola pubblica: via libera del Consiglio di Stato

L`autonomia delle istituzioni scolastiche” che è “didattica e culturale” consente agli organi collegiali di programmare “anche incontri con le autorità religiose locali, rappresentative della comunità sociale e civica con cui la scuola pubblica è chiamata a interagire“. Con questa motivazione la seconda sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’Unione degli atei e agnostici razionalisti (Uaar) contro il vescovo di Grosseto, monsignor Franco Agostinelli, che nel 2007 aveva compiuto una visita pastorale in una scuola pubblica della città toscana.
Tutto aveva avuto inizio con il via libera dato dal Consiglio del circolo didattico di Grosseto alla visita del prelato. Quanto accaduto non era sfuggito al padre di un alunno della scuola, componente dell’associazione atea e agnostica: la quale rivolse immediato ricorso straordinario al capo dello Stato. Il quale, a sua volta, chiamò in causa il ministero dell’Istruzione. Che non tardò a chiedere al Consiglio di Stato di esprimersi sulla vicenda.
Per questo l’appuntamento organizzato da Agostinelli nell’istituto toscano non fu, quindi, “in contrasto con le garanzie di autonomia culturale e libertà di culto” sancite dalla Costituzione e che, anzi, è una “testimonianza sui valori” che fondano “l`esperienza religiosa e sociale di una comunità“. Per i giudici non vi fu, in pratica, alcuna violazione dei diritti. Anche perché – hanno fatto notare – è stato permesso alle famiglie che lo desideravano di non far partecipare i loro figli alla “lezione” del vescovo “in modo da garantire il principio di imparzialità dell`azione amministrativa“. Inoltre, hanno sottolineato sempre i giudici del Consiglio di Stato esprimendosi sulla questione sollecitata dal presidente  Napolitano, iniziative simili possono essere proposte anche “da altre confessioni religiose presenti nel territorio“, purché siano portatrici di “valori coerenti con i principi di tolleranza e rispetto delle libertà individuali e collettive“. Come dire: anche lo stesso Uaar avrebbe avuto la possibilità, allora come oggi, di organizzare degli incontri con gli studenti. Sempre che questi non gradiscano e decidano di uscire dall’aula.
Alessandro Giuliani

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