Attualità

Il videogioco come mezzo educativo: a scuola con Minecraft [INTERVISTA]

Il videogame più giocato al mondo è diventato una risorsa didattica che si è diffusa in poco tempo dalla scuola primaria alla secondaria di primo e secondo grado. Minecraft, seconda parola cercata su You Tube (dopo musica),  è ormai una metodologia già molto usata per l’apprendimento.

“E’utilizzato e scelto dagli insegnanti come strumento didattico da almeno cinque anni in Italia, con l’obiettivo di coltivare negli studenti la soft skill più importante tra tutte: la creatività – sostiene Marco Vigelini, tra i primi dieci educatori mondiali con Minecraft. –  Equivale a disporre di un Lego digitale col quale si possono costruire mondi ricreando strutture molecolari o impianti elettrici, figure geometriche o mappe geografiche e molto altro, senza limiti”.

Con Minecraft: Education Edition in Italia Microsoft e Miur insieme sostengono nuove modalità didattiche nel quadro dell’attuazione del protocollo d’intesa siglato per la digitalizzazione del sistema scolastico.

Dal display all’aula: come è andata?

Sono passati dieci anni da quando lo svedese Markus Persson, ai tempi uno dei tanti  autori di video giochi in Svezia, creò la prima versione di Minecraft.  Proprio nel 2009, lo realizzò con pochi soldi e molta voglia di far entrare la creatività in un video game dove non si deve arrivare a un risultato definito e i vincitori non sono i più efferati “spacca tutto”.
Con una grafica semplice fatta di grosso cubi “pixellati”, il meccanismo si basa sull’azione “scava (Mine) e costruisci (Craft)” con blocchi 3D fatti di diversi materiali, all’interno di un grande mondo dove muoversi tra multiformi terreni e habitat da esplorare. In questo mondo il sole sorge e tramonta, si va al lavoro, si raccolgono materiali e si costruiscono utensili. A seconda della modalità in cui si sta giocando si può aver a che fare con animali da dover domare oppure allevare. Se arrivano uragani, tempeste di fulmini sarà necessario lottare per la sopravvivenza.

Per fare tutto ciò il  giocatore può costruire qualsiasi cosa, con cubi  fatti di vari materiali, programmando il lavoro di “un agent”  che li cerca, li fa emergere anche scavando sottoterra.

Questa possibilità di creare con assenza di limiti ha conquistato bambine e bambini in tutto il mondo (il target va dai 9 ai 15 anni di età)  per diventare presto un fenomeno di portata globale. Minecraft è tra i videogame più popolari di tutti i tempi, con sessanta milioni di giocatori al mese.
Il gioco ha venduto oltre 144 milioni di copie (dato aggiornato al 2018), diventando il secondo titolo video ludico più acquistato nella storia del gaming, dopo Tetris.

Qualcosa di cui parlare a casa, con gli amici e anche a scuola. Durante le pause, gli studenti dibattevano sulle tante avventure, costruzione di castelli e immaginifici ecosistemi. Il grado di coinvolgimento e passione con quale i giovani studenti ne parlavano hanno smosso qualcosa negli insegnanti coinvolti in programmi di educazione digitale. Nel 2011 nasce MinecraftEdu, un sito che offriva una versione del gioco dedicata all’istruzione. Il successo della piattaforma ha attirato l’attenzione di Microsoft che ha acquisito la Mojang l’azienda fondata dall’inventore di Minecraft.

Il 1 novembre 2016 è stata lanciato Minecraft: Education Edition. Prima di allora docenti pionieri in Svezia, negli altri paesi del Nord Europa e nel Regno Unito utilizzavano il programma per insegnare diverse materie. La Haslingfield School in Cambridgeshire durante le ore di storia ha ricreato l’età del bronzo in versione pixelata. Il governo della Danimarca nel 2014 ha costruito l’intero paese  in versione Minecraft.
C’erano già prima del 2015 almeno 7.000 classi in oltre 40 Paesi che  lo usavano a scopo didattico.
Attualmente la community Minecraft: Education Edition ha superato i 35 milioni di iscritti in 115 Paesi.

In Italia Minecraft fa parte del Piano Nazionale della Scuola Digitale

L’estensione dell’accordo sul PNSD  ha generato un protocollo d’intesa tra Microsoft e Miur nel maggio 2015 sull’incremento di percorsi e contenuti didattici innovativi per l’insegnamento del pensiero computazionale. E proprio per lo sviluppo delle competenze digitali sono stati identificati strumenti e piattaforme quali MakeCode e Minecraft: Education Edition.

Nel biennio successivo, dopo il lancio della versione beta di Minecraft: Education Edition, è stato possibile raccogliere il feedback positivo di oltre 2000 studenti e insegnanti di più di 100 scuole in 26 Paesi, tra cui l’Italia. Così Minecraft in versione “scolastica si è affermato come strumento a supporto della  didattica, capace di stimolare la creatività, la collaborazione, il problem solving, e in grado di sostenere lo studio di materie che spaziano dalla matematica alla storia, arte e persino la chimica.
Di pari passo  si sono diffuse piattaforme di apprendimento e condivisione di buone pratiche come Microsoft Educator Community tra docenti, animatori digitali, dirigenti scolastici, ricercatori e professori universitari.  E’ in piena attività anche una sperimentazione sulla didattica immersiva, all’interno di un progetto di ricerca Indire che prevede, tra le altre tecnologie studiate e sperimentate, l’utilizzo del videogioco Minecraft, e ha già coinvolto oltre 200 insegnanti.

L’interesse di Minecraft per l’Italia non può prescindere dal divario digitale rispetto agli altri Paesi Europei.   Francesco Del Sole Direttore Education di Microsoft Italia, ha dichiarato a Tecnica della Scuola che:
“I nuovi trend tecnologici come la Robotica, l’Intelligenza Artificiale e il Cloud aprono infatti a infinite opportunità in tutti i settori del mercato e nella nostra vita di tutti i giorni, ma per poterne cogliere davvero i benefici, avere le giuste competenze diventa cruciale. Purtroppo l’Italia è uno dei Paesi con il più forte skills mismatch, ovvero il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle realmente disponibili . E’ nostra volontà – ha continuato Del Sole –  procedere a fianco del MIUR per contribuire in modo concreto a una Scuola che permetta di sviluppare nuove modalità di apprendimento, allargando gli orizzonti e offrendo la possibilità agli studenti di acquisire quelle competenze che li rendano professionisti competitivi nel mercato globale e in grado di aiutare il nostro Paese a crescere”.

Quando la richiesta di formazione digitale per i docenti, parte dagli studenti.

L’interesse a studiare con il loro videogame preferito parte molto spesso dagli alunni,  così accade che le scuole con i propri insegnanti vogliano formarsi per animare con Minecraft le ore di lezione su ormai svariate materie scolastiche.
Un team motivato fatto  di studenti, genitori e docenti, può richiedere al dirigente scolastico un formatore.
Si può facilmente ottenere una licenza Minecraft Education Edition a costi accessibili: per cento euro si acquistano una ventina di licenze, coprendo le esigenze di una classe.
Ribadisce Marco Vigelini: “E’ uno strumento formativo utile per gli allievi ma anche per i docenti,  infatti  le scuole possono integrare una didattica trasversale, che può andare dalla stampa 3D al mondo immersivo, dal coding alla chimica, portando i ragazzi indietro nel tempo, per visitare gli antichi egizi, interagire con Cleopatra, con i romani. Gli insegnanti potranno continuare a condurre lezioni tradizionali, assegnando però compiti che i ragazzi gradiscono”.

Redazione

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