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Il voto degli insegnanti

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Secondo alcuni recenti sondaggi gli insegnanti potrebbero infatti far mancare il proprio appoggio ai partiti di governo e soprattutto ai DS, partito del ministro Berlinguer.
Mentre Walter Veltroni  ricorda che "il voto dei docenti era stato decisivo per la vittoria dell’Ulivo nel 1996", Giorgio Tonini, responsabile dei DS per la scuola, non lesina critiche al ministro e sui quotidiani di lunedì si leggeva una sua recente dichiarazione decisamente poco distensiva:  "L’errore del concorsone a quiz è stato di banalizzare con una proposta rozza una questione complessa e articolata".
E’ più cauta Chiara Acciarini, segretaria della Commissione Istruzione e Cultura della Camera e relatrice del disegno di legge sul riordino degli organi collegiali.
Parlando con noi della questione, l’on. Acciarini ha dichiarato: "Certamente la vicenda del concorsone ha avuto un peso importante; se si fosse votato il giorno dopo lo sciopero del 17 febbraio, i voti persi sarebbero davvero tanti; ma adesso la situazione sta migliorando, si sta discutendo e gli insegnanti hanno capito meglio il problema."
La disaffezione dei docenti verso la casa diessina sembra reale e pare preoccupare non poco i dirigenti del partito che, nella mattinata di lunedì, hanno incontrato il ministro Berlinguer.
Che cosa si siano detti davvero è difficile saperlo, ma è probabile che l’incontro non sia stato troppo sereno e che qualche "rimprovero" al ministro sia stato fatto; d’altronde la stessa Acciarini sente il bisogno di precisare che "sulla vicenda del concorsone, e più in generale sulla questione contrattuale del personale della scuola, il parlamento non ha nessuna responsabilità".
Ma forse le colpe non sono tutte del Ministro: anche scelte politiche a livello locale hanno creato malumori nel mondo della scuola; basti pensare ai piani di dimensionamento della rete scolastica che in molte, moltissime realtà sono stati approvati dagli Enti Locali senza neppure sentire il parere delle scuole coinvolte; e certamente insegnanti, direttori e presidi non hanno accettato che una simile prassi fosse sostenuta da un partito che considera la partecipazione un valore irrinunciabile. E che dire delle mille difficoltà che gli Enti Locali – anche quelli governati da sindaci diessini – stanno sollevando sulle modalità di utilizzo dei bidelli che a partire dal 1 gennaio scorso sono passati dalle dipendenze dei Comuni a quelle dello Stato ?  
Insomma, i motivi di malcontento sono tanti e potrebbero avere un peso niente affatto trascurabile sul comportamento elettorale degli insegnanti.
A meno che…
A meno che il Governo decida di annunciare in tempi rapidi, anzi rapidissimi, l’attribuzione di riconoscimenti economici al personale della scuola; una soluzione del genere potrebbe apparire poco elegante, ma – alla resa dei conti – potrebbe servire allo scopo e rappacificare gli insegnanti con il ministro Berlinguer !