La valutazione positiva della condotta dello studente che ha sparato gommini alla professoressa è stata coinvolgente, ma superficiale.
La questione sottesa riguarda la funzione educativa della scuola, il cui perseguimento è progettato dai Consigli di Classe.
La fase del controllo, quella della comparazione tra attese e risultati, è periodica.
La valutazione della violenza, avvenuta il 25 ottobre, è stata fatta al termine del primo quadrimestre.
Questo scenario offriva due percorsi.
Il primo con tutti i docenti coinvolti in attività volte al superamento dello sbaglio e, in caso di completo recupero, alla loro valorizzazione.
Il secondo fondato sul castigo: l’ubbidienza, l’adattamento e il rispetto delle regole sono l’orizzonte.
In conclusione: la retromarcia del Consiglio di classe è un lampante sintomo del suo malfunzionamento. Questione di cui il Ministero non si preoccupa, anche perché impegnato su problemi più minuti che, sradicati dal contesto generale, sono irresolubili.
Enrico Maranzana