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Il voto di condotta? Il sociologo Pira: è fuori moda, va ripensato, non serve misurare singoli comportamenti

Nell’ultima diretta della Tecnica della Scuola abbiamo parlato con i nostri esperti del voto di condotta, che appare un’arma spuntata. “Il voto di condotta? Se io metto un voto di condotta che poi non ha senso perché non va a misurare la condotta ma singoli comportamenti, dico no, allora ripensiamolo, alla luce di quella che è la scuola oggi e dei deficit che la scuola ha. Così com’è, il voto di condotta, è roba vecchia, da ventennio“. Così Francesco Pira, sociologo e  professore associato in “Sociologia dei processi culturali e comunicativi” presso l’Università di Messina.

Della stessa opinione Filomena Labriola, pedagogista e presidente Anpe (Associazione Nazionale Pedagogisti) per Puglia e Basilicata. “Il problema – spiega la pedagogista – non è se avere o meno il voto di condotta, il punto è il percorso. Come per il voto sull’apprendimento. Che percorso ci porta al voto? Una questione complessa, che va affrontata in maniera seria, a dispetto del fatto che, ad esempio, i registri elettronici, per prima cosa, ci fanno vedere la media matematica dei ragazzi”.

Un tema affrontato nell’ambito della puntata dedicata alle aggressioni ai docenti da parte di genitori o di alunni, segno che l’autorevolezza della figura dell’insegnante (ma anche quella del genitore, del resto) non è più la stessa.

“Serve un patto educativo efficace, che ci veda tutti alleati – insegnanti e genitori – come parti di uno stesso polmone che dà respiro all’educazione dei nostri ragazzi”. A dichiararlo, Antonio Affinita, direttore generale Moige (Movimento Italiano Genitori Onlus).

Le segnalazioni dei lettori della Tecnica della Scuola

Sul tema delle aggressioni e del patto educativo i nostri lettori ci hanno segnalato le proprie esperienze. Ecco i loro commenti:

Patrizia: In prima primaria un bimbo a cui ho chiesto il foglio firmato dai genitori per una circolare mi ha risposto che la mamma gli ha detto che non le interessava affatto ciò che scrivono le maestre. Di che cosa vogliamo parlare?

Anonimo: I genitori devono stare fuori dalla scuola…sono la rovina dei figli e responsabili del loro menefreghismo verso l’istituzione scolastica!

Luigi: Nel 2006 fui aggredito da due mamme perché i loro figli dovevano giocare con le figurine durante l’ora di lezione. Altra cosa: rimproverato perché i compiti assegnati li facevano arrivare tardi a calcetto. Rimasi deluso.

Rosa: Nel 2013 un alunno mi ha fatto sbattere con le testa nella porta perché non volevo farlo uscire nei corridoi a dare fastidio alle altre classi. Non contento all’uscita da scuola mi ha atteso in strada e dato dei calci. Feci denuncia ma aveva meno di 13 anni. Poi arrivarono scuse della mamma e anche le sue. È stata l’unica pagina nera della mia carriera scolastica. Una vera amarezza.

Cate: Bisognerebbe tornare alle sospensioni immediate e alle bocciature senza buonismi.

Giulia: È un lavoro molto delicato… mi chiedo i genitori vogliono che i figli crescano? In tutti i sensi! Educati, rispettosi di tutte le regole comprese quelle per la sicurezza!

Giulia: Veniamo accusati di non spiegare! Quando io insegno in un Itis con il collega Itp presente: molte volte spieghiamo in due lo stesso argomento per aiutarli. Inoltre sono molto delusa per la mancanza di rispetto per il lavoro che svolgiamo da parte di tutti!

Mary: La scuola è morta, non esiste più … la BUONA SCUOLA poi ha accelerato il processo di decadenza della stessa trasformandola in Azienda, inculcando la psicosi della bocciatura… ritenuto strumento didattico ed educativo non formativo…e allora ecco le promozioni di massa che sminuiscono la professionalità, l’impegno e l’amore che noi docenti riversiamo in questo lavoro. Veniamo derisi, disprezzati e anche picchiati sia dagli alunni che dai genitori…tutto questo sotto gli occhi di dirigenti, ministri e giudici indifferenti e incompetenti!

Francesca: Sono stata aggredita varie volte, soprattutto a parole, attraverso mail di contestazione durante il lock down ed ultimamente nell’epoca post Covid, gli studenti e le famiglie sono sempre più aggressivi, talvolta ti si accerchiano intorno e ti assaltano e la colpa è sempre degli insegnanti e nessuno ci tutela!

Redazione

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