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Il voto in condotta deve pesare: no al “buonismo”

Il voto sul comportamento degli alunni dovrebbe essere espresso singolarmente da ciascun docente da un minimo di 4 a un massimo di 10 e il voto complessivo deve scaturire dalla media delle valutazioni espresse dai docenti componenti il consiglio di classe. Poi il voto di condotta deve fare media con le valutazioni delle singole discipline.

Insomma il docente deve essere messo in grado di assegnare un proprio voto di condotta e non un giudizio globale sul comportamento che può essere camuffato e non corrispondere alla realtà.

Sulla condotta deve tornare il voto assegnato da ciascun docente. Non bisogna affatto essere “buonisti”, ma far rispettare le regole. Chi si comporta male con un docente questi deve assegnargli un voto negativo sia sulla valutazione del primo quadrimestre che su quella dello scrutinio finale.

In caso di valutazione negativa sulla condotta, l’alunno non deve essere ammesso alla classe successiva anche in presenza di valutazioni positive in alcune discipline.

Insomma il voto di condotta deve “pesare” come un macigno sull’alunno nonché essere un fastidioso “campanello di allarme” che potrebbe paventare una ripetenza.

Soltanto in questo modo si può raddrizzare la scuola italiana ormai nel baratro per l’essenza di regole certe e condivise. Tutto deve ripartire dal voto di condotta senza se e senza ma!

 

Mario Bocola

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