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Il voto in condotta è legge, l’opposizione: “Don Milani l’avrebbe chiamato l’ospedale che cura i sani e respinge i malati”

La riforma del voto di condotta e della valutazione del comportamento è legge dello Stato: lo ha deciso nella mattina del 25 settembre la Camera dei deputati.

Il Governo commenta con entusiasmo, in particolare il ministro Valditara sottolinea: “La legge approvata dal Parlamento rappresenta un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti. Con la riforma, il comportamento degli studenti peserà ai fini della valutazione complessiva del percorso scolastico e dell’ammissione agli esami di Stato. Cambia l’istituto della sospensione, vi sarà più scuola e non meno scuola per lo studente che viola le regole della civile convivenza; per i casi più gravi vi sarà l’impiego in attività di cittadinanza solidale”.
“Inoltre – aggiunge il Ministro – nella scuola Primaria tornano i giudizi sintetici, da ottimo a insufficiente, molto più comprensibili dei precedenti livelli, miglioriamo così la comunicazione con le famiglie e al tempo stesso l’efficacia della valutazione”.

Del tutto opposto – e non poteva essere diversamente – il punto di vista delle opposizioni.

Anna Ascani (PD) non usa mezzi termini: “Con il ministro Valditara la scuola sta tornando indietro a un tempo a che avremmo preferito dimenticare. Questo Governo sta riproponendo un modello che speravamo di aver consegnato ai libri di storia: una scuola che separa i ricchi dai poveri, chi ce la fa da chi non ce la fa, che torna a proporre i ghetti. Gli elementi di disturbo devono essere eliminati, confinati altrove”.

E, riferendosi alle modifiche che riguardano la valutazione nella scuola primaria, Ascani osserva:  “Nella foga ideologica di cancellare i giudizi descrittivi che avevamo introdotto dopo un confronto con esperti, famiglie e studenti, la destra si assume la responsabilità enorme di dire d’ora in poi a una bambina o a un bambino non che sono in crescita, in evoluzione, ma che sono ‘buoni’, ‘distinti’ o, peggio ancora, con sentenza inappellabile, ‘insufficienti’ “.

“Questa – conclude Ascani – non è la scuola della nostra Costituzione. Quella che il Governo sta costruendo è ciò che Don Milani avrebbe chiamato l’ospedale che cura i sani e respinge i malati”.

Applausi e consenso arrivano da Fratelli d’Italia.

La senatrice Bucalo si dimostra molto soddisfata: “Un provvedimento che di fatto ripristina la cultura del rispetto e contribuisce ad affermare l’autorevolezza dei docenti e delle istituzioni scolastiche. La legge di fatto sostituirà nella scuola primaria i giudizi descrittivi con giudizi sintetici, chiari e da tutti comprensibili, senza escludere la descrizione del percorso umano e pedagogico dei ragazzi, aspetto fondamentale e dal quale non si può prescindere”.

“Sono soddisfatta per l’approvazione definitiva alla Camera del provvedimento sull’introduzione del voto in condotta e sul ritorno ai giudizi sintetici alle primarie che ho da sempre sostenuto, battaglia storica di Fratelli d’Italia”: così la sottosegretaria Paola Frassinetti (FdI) che però, nello scorso autunno si era fatta promotrice di un importante convegno finalizzato a proporre la reintroduzione del voto numerico alla scuola primaria.
Ora, Frassinetti dichiara:  “Giusto che la valutazione sia comprensibile alle famiglie con giudizi come ottimo e insufficiente, un giudizio chiaro, anche se negativo, non deve mai essere interpretato come punitivo ma semmai come uno stimolo per migliorare. Chiarezza e semplificazione sono al centro del nuovo rapporto educativo scuola-famiglia”.

Reginaldo Palermo

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