Il voto in condotta fa media! La senatrice Bastico sulla “contraddittorietà” del ministro Gelmini
Il Ministro Gelmini sulla valutazione in condotta sta dando un esempio di massima contraddittorietà: da un lato, il rigorismo della bocciatura per indisciplina (5) applicato prevalentemente ai ragazzi con più difficoltà, dall’altro “il 6 politico“, garantito dal fatto che il voto di condotta fa media per l’ammissione all’esame di maturità con le valutazioni delle discipline, consentendo così di colmare anche gravi insufficienze di merito. Di fatto viene annullata la norma seria e rigorosa introdotta dal Ministro Fioroni che prevede per l’ammissione la media del 6 e il recupero dei debiti scolastici degli anni precedenti.
Questa scelta, contenuta nella Circolare n. 46 “Valutazione del comportamento ai fini dell’esame finale di Stato nella scuola secondaria di secondo grado (anno scolastico 2008/2009)”, contraddice tutta la normativa vigente che, a partire dalla riforma Gentile (1923), ha sempre distinto la valutazione sulle discipline da quella sulla condotta. Presenta elementi di assoluta incertezza e di illegittimità, dal momento che è assunta in mancanza del regolamento che dà i criteri sulla valutazione (presentato al Consiglio dei Ministri il 13 marzo e non ancora in vigore) e costituisce una interpretazione assai estensiva dell’art. 2 comma 3 della Legge 30 ottobre 2008 n. 169 e dell’OM 8 aprile 2009 n. 40.
Perché il voto di condotta fa media solo l’ultimo anno? Può una circolare ministeriale imporre ciò che la legge non impone? Temo che si aprirà la strada a tantissimi ricorsi!
Oltre che non essere condivisibile sul piano culturale, la scelta determina degli effetti boomerang: un ragazzo molto disciplinato con 10 in condotta potrà essere ammesso all’esame di maturità anche con quattro insufficienze, magari su materie fondamentali… essere buoni, silenziosi, ossequiosi darà un buon credito scolastico: il perbenismo premia! Non premiano, studio, competenza, abilità e conoscenza!
Inoltre, il voto incide nella media in modo diverso a seconda del numero di voti su cui la media stessa è calcolata: con meno materie la condotta incide di più, e viceversa. Da ciò deriva una disparità di trattamento tra studenti, a parità di profitto e di condotta.
L’unico antidoto alle evidenti ingiustizie saranno l’intelligenza e la capacità di valutazione dei docenti!