L’apprendimento migliore per i bambini passa attraverso un ambiente emotivamente positivo legate alle emozioni calde. Questo è il concetto di fondo su cui regge il warm cognition, ovvero l’apprendimento a caldo, un concetto e un metodo ripreso da pedagogici e da esperti di formazione a supporto degli insegnanti.
Questo tipo di apprendimento non si può applicare, se motivazione e attenzione lasciano il posto alla paura. Paura del non-ordinario, del non-già-visto e conosciuto, paura di apprendere il nuovo, perché quel “nuovo” è legato, all’emozione negativa vissuta per la prima volta durante un apprendimento caratterizzato dall’errore.
L’apprendimento caldo, così, sostenuto da emozioni positive, quindi l’allegria, il buon umore e la magia creata da un sorriso, diventa un vero e proprio approccio educativo che permette di evitare il blocco e il cortocircuito emozionale. “L’intelligenza funziona meglio quando si è felici”, afferma la neuroscienziata Daniela Lucangeli che continua: “L’errore non è una sconfitta, non è un fallimento. L’errore è una prova a cui si può trovare insieme (insegnante e genitore) una soluzione, una risposta che porta senso di vittoria e crescita che resterà fissato nella memoria come emozione positiva” (fonte https://www.stefanocentonze.it/)
Quando impariamo qualcosa, nella nostra mente fissiamo anche il contesto emotivo in cui l’abbiamo imparata. Quindi se si impara in un clima positivo verrà ricordato con gioia; al contrario, se l’apprendimento è legato ad uno stato ansioso o ad uno stato di collera, panico o rabbia queste emozioni negative accompagneranno ogni tentativo di ricordare quell’informazione.
Si crea nella nostra mente una sorta di cortocircuito emotivo, se una nozione viene appresa sperimentando paura ogni volta che verrà ripescata dalla memoria si attiverà nuovamente il vissuto corrispondente perché apprendimento e emozione hanno un tracciato “lo stesso percorso sinaptico, facendo un percorso in comune”.
Un approccio questo della warm cognition che consiglia e spiega ai docenti il perché dell’insegnare sempre con il sorriso: che si stia insegnando matematica, italiano, storia o qualsiasi altra cosa, farlo con il sorriso significa mettere a proprio agio gli studenti ottenendo un risultato più “duraturo e virtuoso “(fonte www.portalebambini.it).
Gli esperti dicono anche che per riuscire nel migliore dei modi ad utilizzare la warm cognition occorre lavorare sul proprio modo di porre una critica: l’insegnante non deve lasciar correre perché la critica è importante per il percorso di crescita del bambino, ma è fondamentale farla senza sminuire la persona. Questo è un approccio valido sempre a dire la verità non solo sui bambini, spingendo lo studente a fare diversamente quindi meglio, deve essere un intervento correttivo da far vivere come stimolo e non mortificazione.
Applicare le teorie delle ricerche non è mai semplice ne ovvio, in tutti gli ambiti così non è da meno anche il contesto dell’innovazione educativa, è importante che gli insegnanti nel loro ruolo delicato e strategico per la crescita di bambini e ragazzi sappiano sempre tenersi informati ed essere consapevoli, fare propri i nuovi stimoli che arrivano da queste nuove teorie e provare a metterli in pratica in maniera personalizzata.
L’innovazione, che sia di metodo, didattico o tecnologico deve essere prima di tutto assimilato dall’insegnante, reso proprio, interiorizzato. Poi il valore aggiunto del docente è quello di applicarlo al proprio contesto scolastico mettendoci dentro quella dose di cuore che è la parte pregiata e speciale di questa professione.
in un momento in cui l’OCSE continua a pubblicare i dati catastrofici sui livelli degli apprendimenti degli studenti italiani dove si continuano a fare tante ore, tante materie, tanti compiti a casa ma evidentemente con scarsi risultati. Gli studenti italiani sono parte di un sistema scolastico che fonda la sua essenza sul voto, e, quindi, sul sistema di gratificazioni e punizioni a cui si riferisce proprio la cultura dell’errore.
Creare un sistema scolastico accogliente che infonda fiducia è un lavoro difficile come detto, prima perché va applicata alla pratica una teoria che sembra invece semplice, ma si può fare. Servono docenti creativi che sappiano personalizzare gli insegnamenti. “Solo così l’obiettivo sarà valorizzare i talenti dei ragazzi e renderli autonomi nel mondo adulto”.
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