Oggi, 15 maggio, il tribunale collegiale di Budapest ha deciso la concessione degli arresti domiciliari per la docente e attivista Ilaria Salis. La riporta Il Corriere della Sera.
Un provvedimento per certi versi a sorpresa, sul quale la stessa attivista detenuta e i suoi familiari, nutrivano pochissime speranze. Invece i giudici d’appello hanno accettato la proposta di proseguire la custodia cautelare in un appartamento di Budapest già appositamente individuato da Roberto Salis, padre di Ilaria, con il braccialetto elettronico per segnalare eventuali allontanamenti dal domicilio stabilito.
Il provvedimento diverrà esecutivo al momento del pagamento della cauzione dell’equivalente di poco più di 40.000 euro, proposta dalla stessa difesa al momento della presentazione dell’istanza. “Sono disposta a indossare il braccialetto elettronico e rimanere nella casa individuata per gli eventuali arresti domiciliari, nonché a collaborare con le autorità ungheresi per quanto riguarda le condizioni di custodia”, aveva affermato Salis all’udienza del 28 marzo scorso, prima che il giudice rigettasse la richiesta.
Rifiuto motivato con la gravità dei reati contestati – lesioni potenzialmente letali nei confronti di due militanti che partecipavano alle manifestazioni neonaziste del febbraio 2023 a Budapest e partecipazione a un’associazione criminale finalizzata a questo tipo di aggressioni –, la mancanza di legami con l’Ungheria e il pericolo concreto che l’imputata si potesse sottrarre al giudizio.
Immediatamente i difensori ungheresi della donna hanno presentato ricorso e, dopo quasi due mesi, i giudici di secondo grado l’hanno accolto.
Nel frattempo Ilaria Salis, come sappiamo, si è candidata al Parlamento europeo come capolista nel collegio italiano del Nord-Ovest con Alleanza verdi-Sinistra, e ora potrà svolgere la campagna elettorale dal luogo in cui sconterà gli arresti domiciliari. E potrà probabilmente votare, come invece sembrava le fosse inizialmente precluso (o comunque non si sapeva come fare) dopo che nel carcere di Budapest le agenti penitenziarie erano andate a chiedere alle detenute se avessero intenzione di esercitare questo diritto; arrivate a lei, le avevano detto che per le straniere non era previsto.
Dalla stessa casa-prigione, Salis potrà anche organizzare meglio la propria difesa nel processo, del quale si svolgerà la prossima udienza venerdì 24 maggio con l’ascolto dei primi testimoni a suo carico.
Ilaria Salis, 39 anni, è una maestra elementare. “È un’insegnante di scuola elementare e un’antifascista vera, militante. E io di questo sono orgoglioso. Passo il tempo a tradurre dall’ungherese gli atti d’indagine, perché non ce li hanno dati in italiano. Mia moglie, ex insegnante, si sveglia alle 4 di notte. E mi sveglio anch’io. Rimaniamo così per ore, con gli occhi a guardare il soffitto, aspettando che qualcuno ci risponda”, ha detto suo padre.
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