Il caso di Ilaria Salis, detenuta in condizioni disumane in un carcere ungherese, ha smosso gli animi degli italiani e non solo. Il fatto di essere un’insegnante ha scatenato reazioni pro e contro tra il personale della scuola. Secondo un’indagine on line condotta dalla rivista specializzata La Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 383 lettori (composti in prevalenza da insegnanti, presidi, personale Ata, studenti e genitori), il 53% dei partecipanti vorrebbe che Ilaria Salis tornasse a lavorare come insegnante anche in caso di condanna.
La percentuale di chi non vorrebbe estrometterla dal ruolo di docente, come chiesto più volte della Lega (a partire dal suo leader Matteo Salvini) qualora le accuse nei suoi confronti si rivelassero fondate, si riduce lievemente se invece si guarda solo ai docenti: solo il 50,9% degli insegnanti sarebbe infatti d’accordo nel mantenere Ilaria Salis dietro una cattedra di scuola primaria.
Emerge invece una differenza interessante se si esamina la provenienza territoriale. Il sondaggio rivela che nel Sud Italia dovrebbe esserci una maggiore “generosità” nei confronti di Ilaria: il 56% afferma che la donna dovrebbe continuare ad insegnare, mentre al Nord la percentuale scende al 50%, fino al 45% se si considerano solo i docenti.
Sul ruolo dell’Italia nella scarcerazione, infine, le percentuali cambiano e di molto: secondo il 74.67% dei partecipanti al sondaggio, il governo italiano dovrebbe intervenire con una mediazione, provando a riportare in patria la collega.
Anche in questo caso emerge una differenza fra Nord e Sud. Il 31% dei partecipanti alla rilevazione on line residenti nel Settentrione si sono detti contrari ad un intervento dell’Italia per la scarcerazione; mentre al Sud l’opposizione ad una possibile mediazione risolutiva del Governo Meloni scende al 19%.
Complessivamente, ben tre lettori della ‘Tecnica della Scuola’ su quattro ritengono opportuno che il nostro Paese intervenga in modo attivo e determinato sul Governo ungherese.
Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 2 al 6 febbraio 2024. Hanno partecipato 383 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.
La Tecnica della Scuola non si assume alcune responsabilità per utilizzi impropri o parziali dell’esito dell’indagine effettuata.
Tra i vari proclami per la richiesta di intervenire, c’è stato anche il numero uno della Farnesina Antonio Tajani. Di contro, invece, ci sono il vicepremier Matteo Salvini e l’on. della Lega Rossano Sasso.
In particolare, il leader leghista Salvini ha detto pubblicamente che “è assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra“, chiedendo anche: “è normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa, e adesso scopro anche in Italia, picchiare e sputare alla gente?”.
Non è da meno, sulla posizione intransigente verso l’attivista monzese, l’ex sottosegretario all’Istruzione del Carroccio Sasso ha affermato: “Un docente va destituito dall’incarico per condotta inopportuna pure se non condannato“.
Molti addetti ai lavori, però, reputano questa linea eccessiva, soprattutto perchè anche gli insegnanti hanno pieno di esprimere in pubblico il loro pensiero, anche arrivando a partecipare a manifestazione in difesa dei diritti dei cittadini e a favore della democrazia.
Inoltre, tanti fanno notare che il caso di Ilaria Salis sarebbe puro accanimento delle autorità ungheresi contro una donna italiana in prima linea contro la Destra violenta e arrogante: è tutto dire, infine, che le persone ungheresi che avrebbe colpito, come sostiene l’accasa che la inchioda in carcere da un anno, non abbiano nemmeno sporto denuncia.
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