Com’è noto qualche giorno fa la docente e attivista Ilaria Salis, detenuta in carcere in Ungheria, in condizioni disumane, per aver aggredito un neonazista, ha ottenuto i domiciliari. La donna, candidata alle elezioni europee con Alleanza Verdi Sinistra, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica.
La maestra di Monza ha raccontato i suoi giorni, 466, in cella: “Durante i primi periodi il tempo non passava mai, perché ero abituata ai ritmi di una persona libera e attiva. Sola, rinchiusa, senza contatti con l’esterno, non sapevo neppure che ore fossero, la notte era indistinguibile dal giorno. Poi, pian piano, le cose sono un po’ migliorate. Si trova il modo per sopravvivere, si riesce a gestire la monotonia di giornate tutte uguali. Però, certo, che tu sia da sola o con altre sette persone, 23 ore al giorno in cella sono alienanti”.
Ecco cosa le ha dato sollievo nei giorni di detenzione: “Mio padre mi ha fatto avere prima l’Inferno di Dante, poi il Purgatorio. Sono libri miei, sono contrassegnati dalle mie note. Li ho letti per ore e ore. Poi fogli di quaderno, su cui ho scritto molto”.
La Salis ha spiegato cosa ha intenzione di fare in Europa nel caso in cui venisse eletta: “Sicuramente mi occuperò di diritti umani dei detenuti in Europa e in Italia. Voglio partire dalla mia storia personale, trasformandola in qualcosa di costruttivo. Sono un’insegnante precaria e militante antifascista, mi voglio battere per il diritto all’istruzione, i diritti dei lavoratori e dei precari, per contrastare le destre radicali e ogni forma di intolleranza”.
Ilaria Salis vuole tornare a insegnare: “Certo che voglio tornare. Amo il mio lavoro e mi è mancato durante questo anno. Purtroppo per colpa dell’arresto non ho potuto partecipare al concorso pubblico a marzo, quindi continuerò a insegnare come supplente. È stato bello per me ricevere sostegno da colleghi, presidi e genitori, che ringrazio. Se gli alunni mi chiederanno qualcosa, risponderò volentieri alle loro domande. Mi piacerebbe soprattutto parlare di storia, per spiegar loro a quanta inutile sofferenza l’umanità si è sempre condannata. E, purtroppo, continua a condannarsi. Voglio mandare un saluto affettuoso a tutti i miei studenti”.
Il caso di Ilaria Salis ha smosso gli animi degli italiani e non solo. Il fatto di essere un’insegnante ha scatenato reazioni pro e contro tra il personale della scuola.
Secondo un’indagine on line condotta dalla rivista specializzata La Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 383 lettori (composti in prevalenza da insegnanti, presidi, personale Ata, studenti e genitori), il 53% dei partecipanti vorrebbe che Ilaria Salis tornasse a lavorare come insegnante anche in caso di condanna
La percentuale di chi non vorrebbe estrometterla dal ruolo di docente, come chiesto più volte della Lega (a partire dal suo leader Matteo Salvini) qualora le accuse nei suoi confronti si rivelassero fondate, si riduce lievemente se invece si guarda solo ai docenti: solo il 50,9% degli insegnanti sarebbe infatti d’accordo nel mantenere Ilaria Salis dietro una cattedra di scuola primaria.
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