Ilaria Salis, 39 anni, maestra elementare, è chiusa da quasi un anno in un carcere di massima sicurezza a Budapest perché accusata di aver aggredito due neonazisti, detenuta in condizioni disumane. In questi giorni si sta mobilitando la famiglia, che ha cercato senza successo di farsi aiutare dalle istituzioni per sbloccare la situazione. Lo riporta La Repubblica.
Il padre della docente ha scritto alla premier Meloni (due volte), al Guardasigilli, al ministro degli Esteri, ai presidenti di Senato e Camera, per un intervento diplomatico a tutela dei diritti di sua figlia, ma finora nulla è cambiato. “Quando la trasferiscono per le udienze viene trattata come un cane. Tenuta al guinzaglio da un poliziotto, mani e piedi legati con una catena. Ridotta così deve fare quattro rampe di scale. Per più di un mese, dopo l’arresto, ha dovuto indossare gli stessi vestiti e la stessa biancheria. Non le hanno nemmeno dato i farmaci per l’allergia scatenata dalle cimici nel letto”, ha detto il padre.
Ecco cosa rischia la maestra: “La situazione in cui si trova Ilaria è oltre Kafka: è innocente, eppure rischia 16 anni di carcere per tentato omicidio, a fronte dell’accusa di aver fatto parte del gruppo che ha provocato a due uomini lesioni guarite in 5 e 8 giorni. Mi ha detto di non aver fatto niente e, da padre, le credo. Ha manifestato insieme ad altri contro dei nazisti, che orgogliosamente si definiscono così. La nostra famiglia ripudia la violenza e sarà la magistratura a stabilire se ha commesso reati”.
“Non è anarchica e non fa parte di Hammerbande, il gruppo tedesco che promuove assalti contro i fascisti. Ho letto le 800 pagine dell’inchiesta di Lipsia su Hammerbande e il nome di Ilaria non esce mai. È un’insegnante di scuola elementare e un’antifascista vera, militante. E io di questo sono orgoglioso. Passo il tempo a tradurre dall’ungherese gli atti d’indagine, perché non ce li hanno dati in italiano. Mia moglie, ex insegnante, si sveglia alle 4 di notte. E mi sveglio anch’io. Rimaniamo così per ore, con gli occhi a guardare il soffitto, aspettando che qualcuno ci risponda”, ha concluso il genitore.
Come abbiamo scritto oggi Giorgia Meloni si trova alla convention Atreju.
La premier ha discusso di educazione dei giovanissimi e di modelli da seguire: “Il vero modello da seguire non solo gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti, mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari”, ha esordito.
“Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce e tiene a testa a tutti nel mercato globale, solo perché semplicemente siamo più bravi e lo sappiamo fare meglio. Ai giovani bisogna spiegare che creare quei prodotti è decisamente più straordinario che limitarsi a mostrarli”, ha concluso.
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