Immagini goliardiche riversate sul web, ecco perchè la mania può costare cara

Per i giovani sta diventando una vera mania fotografarsi o riprendersi e scambiarsi le immagini tramite computer, tablet e smartphone. E a poco servono gli appelli dei docenti e delle istituzioni, guidate dal garante della privacy, per una gestione responsabile sulla conservazione e la condivisione dei dati personali. Periodicamente arrivano notizie su immagini ‘postate’ on line con leggerezza oppure cedute ad amici che, irresponsabilmente, le inseriscono sul web. Ma anche su materiali iconografici o video personali “rubati” che fanno la stessa fine. Col risultato, in ogni caso, di screditare i soggetti responsabili delle immagini. Soprattutto quando foto o video sono goliardiche o addirittura scabrose.
Da Prato giunge una storia di questo genere che dovrebbe far riflettere. Riguarda autoscatti in posizioni ammiccanti e un video che ritraggono una studentessa sedicenne in atteggiamenti osé. Anche quelle immagini dovevano restare riservate, sul suo telefonino. Però sono state riversate, a sua insaputa, addirittura sul web.
La ragazza, infatti, ha raccontato che qualcuno, a scuola, avrebbe ‘rubato’ le foto e il video in un momento in cui aveva lasciato incustodito il suo cellulare. Le immagini sono state poi diffuse attraverso i canali di Whatsapp e Facebook. Con il risultato che per la giovane sedicenne è iniziato un incubo di sfottò e offese insopportabili. Tanto che il 10 novembre i quotidiani hanno riportato la notizia che i genitori della ragazza, sempre più al centro di critiche e derisioni da parte dei compagni di scuola, si sono sentiti costretti a ritirarla dall’istituto frequentato.  Con dirigente scolastico e docenti che non avrebbero fatto nulla per opporsi, tanto era diventata difficile la situazione per la ragazza.
La storia potrebbe però avere una “coda”, forse di carattere penale: la famiglia della sedicenne, infatti, si è anche recata in questura. E ora la polizia postale potrebbe risalire a chi ha diffuso le foto e il video. Ma difficilmente la sedicenne potrà tornare nella sua scuola.
Alessandro Giuliani

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