Conservare la freschezza e l’entusiasmo per la propria professione per i docenti diventa con il passare degli anni sempre più difficile. Infatti dentro le aule scolastiche il tempo sembra subire una malìa: una moviola invisibile fissa gli alunni in una eterna adolescenza e si dilata un varco sempre più difficile da oltrepassare per gli insegnanti, costretti a vivere sensazioni opposte a quelle di Dorian Gray.
Il crescente divario generazionale, infatti, genera difficoltà di comunicazione tali da rendere spesso difficile il rapporto tra insegnanti e alunni e talvolta tale da creare un clima di tensione o di indifferenza frustrante, che non favorisce le condizioni dell’apprendimento e dell’insegnamento.
E’ noto che non si comunica soltanto con le parole, ma anche con i gesti, con lo sguardo, con la mimica facciale, con il tono della voce e che in ogni messaggio i due moduli comunicativi sono reciproci e complementari. Il tono di voce, ad esempio, che esprime l’atteggiamento emotivo della comunicazione, nel rapporto docente-alunno può esprimere sollecitudine, indifferenza, rabbia, considerazione: sentimenti che toccano favorevolmente o negativamente l’autostima degli alunni, in quanto persone considerate o non stimate dal docente.
Inoltre, la comunicazione non verbale, al di là della competenza disciplinare, fa trasparire l’interesse del docente per la sua professione, trasmette agli alunni l’entusiasmo e il desiderio di apprendere oppure la noia che caratterizza un modo di insegnare stanco, di routine. Andando indietro nei ricordi scolastici sicuramente ognuno di noi avrà ancora viva l’immagine di qualche professore che ci ha guidato con intelligenza e perizia ad acquisire la capacità, il piacere di apprendere, di studiare, di conoscere, mentre di qualche altro la nostra memoria, non a caso, a stento conserva un’immagine sbiadita.
Essere dei validi docenti oggi vuol dire non soltanto essere competenti e ligi al proprio dovere, ma anche tenere nella dovuta considerazione il rapporto comunicativo con gli alunni e fare in modo che esso sia sempre rispettoso della loro personalità, anche se a volte difficile, perché il processo di apprendimento dipende anche dalla qualità dei fattori relazionali. Il raggiungimento dei traguardi formativi auspicati, infatti, richiede competenze nelle tecniche della comunicazione in relazione alle fasi di crescita e di maturazione dell’alunno e ai suoi interessi.
Nella società delle immagini, in cui la forma privilegiata é quella del linguaggio visivo, pertanto, non si possono trascurare nel lavoro scolastico le forme di comunicazione che consentono di interagire attivamente e con maggiore immediatezza con il mondo degli alunni.
Senza nulla togliere all’importanza del linguaggio verbale, diventa, così, anche necessario impadronirsi dei nuovi strumenti di comunicazione messi a disposizione dalla tecnologia e dall’informatica, in modo da fare acquisire agli alunni la capacità di tradurre il codice visivo in quello verbale.
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